Politica

Decine di persone al presidio per le Poste

Alla manifestazione di stamani all'ufficio di San Giovanni alla Vena erano presenti anche il vicesegretario del Pd toscano Mazzeo e la giunta Taglioli

Decine di cittadini, insieme al sindaco Juri Taglioli, la sua giunta e il vicesegretario del Pd toscano Antonio Mazzeo. Uniti, simbolicamente di fronte all'ufficio postale di San Giovanni alla Vena, per protestare contro l'annunciata chiusura di diversi sportelli un po' in tutta la Valdera.

“Chiudere i piccoli uffici postali significa indebolire intere comunità di cittadini e soprattutto tagliare servizi essenziali soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Il nostro impegno - ha commentato Mazzeo -, come Partito Democratico, sarà quello di essere al fianco delle amministrazioni comunali coinvolte e della Regione perché con Poste Italiane venga trovata una soluzione soddisfacente per tutti”.

Un appuntamento, quello di stamattina a San Giovanni, che secondo Mazzeo “è solo il primo di una serie di confronti che avrò personalmente sul territorio in varie realtà in cui Poste ha previsto di eliminare il proprio ufficio”.

Dai primi di settembre altri uffici in Valdera vedranno buttar giù le saracinesche. Fra questi si contano Treggiaia, Ghizzano, Legoli e Soiana.

“Come Partito Democratico - ha precisato Mazzeo - vogliamo essere idealmente e materialmente a fianco di tutti i 57 uffici postali a rischio chiusura in Toscana. A metà luglio in consiglio regionale è stata approvata una mozione in loro difesa e ora sosterremo con forza il lavoro del Presidente della Regione Enrico Rossi che nei prossimi giorni riprenderà gli incontri con il governo per cercare possibili soluzioni alternative alla chiusura di uffici che, nelle piccole frazioni della nostra regione, rappresentano presidi fondamentali e spazi vitali ed essenziali per le comunità che ci abitano”.

"Pur comprendendo la volontà di Poste di procedere a una diminuzione dei costi - ha quindi concluso il vicesegretario del Pd Toscana - viviamo questa fase con grande preoccupazione e crediamo che invece delle chiusure tout court degli uffici si possano ipotizzare altre strade di concerto con Poste, Regione, Comuni e governo nazionale. Penso come estrema ratio, ad esempio, ad una eventuale razionalizzazione degli orari di apertura o alla ricerca di immobili pubblici o dismessi da utilizzare per ospitare l’ufficio postale permettendo alla società di abbattere comunque i propri costi di gestione”.