La poca insulina presente nelle persone affette da diabete di tipo 2,
caratterizzato dall’aumento di zucchero nel sangue, non sarebbe dovuta alla
morte delle cellule beta, ma solo a un loro malfunzionamento. Questo il
risultato di uno studio tutto made in Pisa compiuto da ricercatori dell’Università
e dell’Azienda Ospedaliera e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale
Diabetologia.
L’esito della ricerca, fa così intravedere nuovi possibili
orizzonti terapeutici per la cura del diabete di tipo 2, malattia che in
Toscana colpisce 200mila persone. Secondo lo studio pisano, questo tipo di
patologia sembra essere dovuta non tanto alla morte delle cellule beta, ma soprattutto
al fatto che molte di esse, pur vive non riescono a produrre l’insulina e
quindi aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue che determina il
diabete. “Se si riuscirà – sintetizza il professor Piero Marchetti,
coordinatore della ricerca – a capire quali sono i meccanismi molecolari che
causano il cattivo funzionamento delle cellule beta, si potranno ottimizzare le
terapie, in modo da ripristinare la normale produzione di insulina e prevenire,
curare e forse guarire il diabete di tipo 2”.