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Disastro ferroviario, la memoria va a Fornacette

La tragedia dei treni in Puglia riporta alla mente l'incidente del 1978. Sono passati trentott'anni ma in Valdera il ricordo è ancora vivo.

Sono passati trentott'anni ma la memoria del disastro ferroviario di Fornacette, 10 marzo 1978, resta vivo anche perché i tanti disastri più o meno simili che via via, e fino a quello di martedì in Puglia, accadono in Italia e nel mondo contribuiscono a tenerlo tale. 

In Puglia la tragedia ha avuto un bilancio di vittime più grosso ma soprattutto la sua dinamica è ancora più impensabile di quella di Fornacette. Dove il macchinista, morto nel disastro insieme al suo vice e a 4 passeggeri, mentre i feriti, gravissimi, gravi o lievi, furono quasi 100, non rallentò la velocità, come era previsto, sulla semicurva che immetteva sul ponte in ferro del canale Emissario del Bientina. Andando a schiantarsi contro la spalletta destra del ponte stesso. Un errore umano abbastanza evidente e, in un certo senso, 'spiegabile' in epoca in cui i congegni elettronici si sicurezza non era quelli odierni, mentre quello in Puglia appare quasi impossibile perché due tremi che si scontrano frontalmente su una linea a binario unico rappresentano, forse, il primo caso del genere. 

Per estrarre i corpi dei feriti e dei morti di Fornacette, per ultimi i due macchinisti, furono necessarie più di trenta ore di lavoro con la fiamma ossidrica, lavoro protrattosi anche nella notte illuminata da potenti fari che resero ancor più drammatica e angosciante l'intera scena di quel treno attorcigliato in profondità sull'inizio della spalletta lato Pisa. Il treno era infatti diretto a Pontedera (e poi alle stazioni fino a Firenze) ed era carico soprattutto di piaggisti. 

Quando si sparse la notizia in tutta la zona pontederese, tante famiglie di studenti universitari e di scuole superiori pisane tremarono perché pensavano che il convoglio deragliato fosse proprio quello per Pisa. Non erano ancora i tempi dei telefonini, e fu un corri corri di babbi, mamme e parenti, verso l' ospedale Lotti.