Cronaca

E alla fine Pizzo si pente

L'uomo che ha sfondato di notte con l'auto la porta del Comune scrive una lettera aperta di scuse alla città e si dice pronto a lavori socialmente utili

"Voglio esprimere tutto il mio disagio e il mio pentimento e la vergogna che provo per i recenti fatti che mi hanno visto artefice di una condotta deplorevole e condannabile". 

Parole espresse da Giuseppe Pizzo, l'uomo di 45 anni che ha sfondato la porta di ingresso del Comune di Pontedera tre notti fa in una lunga lettera, pubblicata dal Tirreno. 

"La mia frustrazione personale trova le sue radici nel mio recente passato che mi ha visto brillante studente di liceo classico - ha aggiunto Pizzo - costretto in seguito alla licenza liceale a dover accettare i lavori più umili pur di sbarcare il lunario mantenendo la mia dignità di uomo e di padre, con espressa rinuncia ad un aiuto economico da parte del nucleo familiare di provenienza. Esprimo le mie più sentite scuse sia nei confronti del sindaco Simone Millozzi che dell'assessore Marco Cecchi che in modo del tutto ingiustificato ho individuato quali responsabili della grave indigenza in cui versa la mia compagna, attribuendo loro colpe certamente non proprie e mistificando la realtà sono stati eretti quali capri espiatori del mio disagio sociale e della mia rabbia personale. In quella notte ho abbattuto tutti i freni inibitori che mi hanno indotto a compiere un gesto tanto futile quanto scellerato e pericoloso per la comunità"

"Ringrazio l'atteggiamento di dignitosa comprensione con la quale le istituzioni hanno cercato di circoscrivere il mio gesto di esasperata ed insana reazione non considerandomi alla stregua di un criminale comune ma sottoponendomi ad un giusto processo che mi ha ridato la libertà in modo che potessi non pregiudicare definitivamente il rapporto che ho con mia figlia".

Pizzo ha poi proseguito offrendosi per far parte dei lavoratori socialmente utili e scusandosi anche con il suo datore di lavoro, che lo aveva assunto a tempo indeterminato.