Lavoro

Ex Cdc, la Cgil chiederà Cassa Straordinaria

Ieri sera riunione con i dipendenti, venerdì incontro con la dirigenza. Sarà coinvolta anche l'Amministrazione Comunale entro fine mese

Il sindacato chiederà la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti dell'ex Cdc. È quanto emerso dall'assemblea di ieri, convocata dalla Cgil sulla vertenza che mette a repentaglio il posto di lavoro dei circa 100 dipendenti confluiti nella nuova società Cidici.

La decisione arriva in attesa che il tribunale di Pisa nomini un curatore che si occupi di seguirne il fallimento, mentre venerdì ci sarà una seconda riunione coi vertici dell'azienda.

"L'incarico dovrebbe arrivare a giorni" informa Ombretta Pieracci, di Filcalms Cgil. I tempi sono però stringati e il sindacato preme affinché la procedura venga stabilita entro il 5 ottobre, giorno in cui scadrà il contratto di solidarietà, stipulato a ottobre 2014. 

"Riteniamo ci siano tutti gli strumenti per attenuare al massimo l'impatto sui dipendenti – continua Pieracci – ma tutto dovrà essere stabilito entro il 5 ottobre. La cassa integrazione straordinaria aiuterebbe i lavoratori per almeno un anno".


Sono circa 110 i dipendenti, fra i quali c'è anche chi ha deciso di             guardarsi intorno, alla ricerca di un nuovo lavoro: "Il numero preciso lo conosceremo venerdì – precisa la sindacalista – nel corso di
un'assemblea coi vertici dell'azienda".
L'impresa commerciava prodotti tecnologici: fondata nel 1986 da             Giuseppe Diomelli, è passata attraverso un concordato, per il quale Cidici – la nuova società, sorta sulle ceneri di Cdc – avrebbe
dovuto sobbarcarsi i debiti contratti in passato: "Quando è stato chiaro che i proventi non erano sufficienti a ripianare gli obblighi – racconta Pieracci – Cidici ha avviato le trattative con le banche per ottenere un prestito, che poi non è stato concesso". Quindi la procedura di fallimento, triste conclusione di un percorso trentennale.


L'altro fronte caldo riguarda il gruppo Nelli, contro il quale il sindacato valuta un'azione legale, contestando il modo in cui si appresta a licenziare 49 dipendenti in seguito alla cessazione del rapporto con
Toyota. "Hanno optato per il licenziamento individuale, impedendoci di gestire al meglio una situazione di forte impatto sociale: circa quaranta famiglie si sono trovate dall'oggi al domani senza uno stipendio". Cgil chiederà quindi che l'iter di licenziamento avvenga su scala collettiva. "Avrebbero dovuto avviare una consultazione sindacale o un tavolo di crisi – conclude Pieracci – perché l'azienda conta ben più di cinque dipendenti, e chiudere le concessionarie è una decisione dovuta a problemi di natura commerciale".