Cronaca

Il biglietto è sbagliato di 20 centesimi, la multano di 41 euro

La vicenda di una ragazza disoccupata. Il controllore le fa la multa e si fa consegnare il biglietto. Scatta la solidarietà per pagare la sanzione

Ha comprato un biglietto a Pontedera per arrivare a Cascina. Si è consultata col tabaccaio e ha acquistato quello da 1,80 euro. Ma per coprire l'intero tragitto, a una parrucchiera disoccupata di 19 anni di Cascina serviva il biglietto da 2 euro.

Solo che lei non lo sapeva. "L'ho scoperto - racconta G - quando a Fornacette sono saliti due controllori, uno mi ha chiesto il biglietto, glielo ho mostrato e lui mi ha chiesto i documenti. Ho capito che mi avrebbe fatto la multa, ma onestamente non capivo per cosa".

Quei 30 centesimi le sono costati 41 euro. Che ora pagherà grazie alla solidarietà delle persone: a Cascina, dalla consigliera della Lega Susanna Ceccardi alla quale la ragazza ha confidato il fatto, è partita una colletta. Sul bus con lei, quel 18 giugno, c'erano diverse persone. Tra loro, due ragazzi stranieri, entrambi senza biglietto. Scoperti dal controllore, a uno di loro è stato intimato: "O paghi il biglietto o scendi", mentre l'altro, come G, si è preso la multa. "Io ho chiesto di poter integrare la cifra - spiega la ragazza ancora scossa e dispiaciuta -, ma mi ha detto che non era possibile, che doveva fare così. Tra l'altro sul verbale c'è scritto 'sprovvista di biglietto', ma io l'avevo il biglietto, solo che avevo sbagliato il chilometraggio. Mi ha detto che era cambiato da gennaio, ma io era un po' che non prendevo l'autobus e poi ho chiesto al tabaccaio, quindi ero tranquilla".

Ma Giada non può neppure dimostrare che il biglietto lo aveva acquistato, visto che non viene rilasciato lo scontrino e che "quando mi ha dato il verbale mi ha sfilato il biglietto. Io non ci ho fatto caso, ma adesso mi tocca pagare".

"Un briciolo di umanità" quello che si sarebbe aspettata la consigliera Ceccardi. "Lei ha sbagliato, è vero, ma quei 20 centesimi non possono costare 41 euro. Non in questo momento di crisi, non a una ragazza disoccupata, non se un altro vicino a lei ha potuto pagare semplicemente ciò che doveva. Perché lei no?".