Cronaca

Per il comitato gli interessi privati prevalgono su quelli dei cittadini

Poi gli attivisti contro l'autodromo promettono lotta dura: "Non ci faremo scoraggiare"
PONTEDERA - Alla fine i cittadini del comitato di Pardossi, che sono costretti a riunirsi nella frazione cascinese di Latignano, perché dicono -“Il circolo Arci ci nega la sala per le riunioni” -, spiegano i motivi del loro disappunto in termini di diritti e di senso civico. Dal loro punto di vista, dietro la lotta contro l’autodromo, c’è anche la difesa dalla prevaricazione di diritti fondamentali o quasi, come quello di difendere il proprio territorio e la vivibilità della propria casa. “Siamo stanchi – dicono i membri del comitato - di sentirci dire che la costruzione di quest'impianto sia un'idea giusta, da parte di persone che non ci dovranno convivere. Siamo stanchi che si possa imporre un progetto a scatola chiusa a una comunità che ha il solo torto di trovarsi lontana dal posto dove si prendono le decisioni. Siamo stanchi di dover subire gli “sfregi” che vengono fatti al nostro territorio: una discarica in saturazione, un'altra in arrivo, l'ipotesi di un inceneritore, nuovi elettrodotti e adesso l'autodromo. Siamo stanchi di sentirci apostrofare come egoisti da parte di chi vivrà lontano dai rumori e dagli inquinanti, e che, fregandosene dei residenti, verrà a girare nel circuito il sabato e la domenica, e stancatosi del rumore, tornerà a casa sua. Siamo stanchi di sentirci dire che non contiamo nulla, che l'autodromo è già stato deciso e che non possiamo fare niente per opporci alla sua costruzione.Siamo stanchi – continuano nella nota gli attivisti del comitato - di riscontrare come le istanze di un investitore privato prevalgano rispetto alla contrarietà dei cittadini che hanno firmato petizioni perché l'impianto non fosse autorizzato. Siamo stanchi di dover intraprendere lotte continue e discussioni estenuanti contro le decisioni arbitrarie di coloro che dovrebbero costituire per noi una garanzia e una difesa, non un nemico. Siamo stanchi ma non siamo ci arrendiamo perché sentiamo di lottare per qualcosa di giusto, per un principio sano, quello di fare sentire la nostra voce. Non ci faremo scoraggiare da tentativi di ridicolizzazione o delegittimazione, fatti da chi beneficerà dell'autodromo in termini di consenso, profitto, o piacere”.