Lavoro

Il robot "indossabile"

Un esoscheletro meccanico per aiutare e supportare gli uomini, primi risultati del progetto tutto pontederese

A vederlo ricorda le macchine e i robot che 50 anni fa ci avevano descritto alcuni scrittori di fantascienza e che poi avevamo visto negli anni '80 nei telegiornali e nelle trasmissioni scientifiche che raccontavano dei viaggi dell'uomo nello spazio. In realtà quello presentato alla sede dell'Unione Valdera è un progetto molto più versatile e meno fantascientifico. Si tratta di un robot indossabile, oppure come lo chiamano i progettisti con più precisione un' esoscheletro robotico che deve aiutare gli uomini nei movimenti del proprio lavoro. Il progetto Vants che nasce dalla collaborazione tra l’Unione Valdera, l’Azienda ASL 5 di Pisa, il consorzio Pont-Tech e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è stato presentato a giornalisti e imprenditori ed autorità nella sede dell'Unione Valdera. Si tratta di una macchina che non sostituisce l'uomo ma lo aiuta, sia che si tratti di una disabile, un anziano o un lavoratore. Può aiutare i disabili nel compiere movimenti oppure supportare un lavoratore negli sforzi fisici, prevenendo l'usura del corpo dovuta al sollevamento di carichi. L'intero progetto che oggi è arrivato a metà del suo sviluppo completo per il momento ha prodotto un robot che aiuto l'uomo nei movimenti degli arti superiori, ma può essere sviluppato in futuro anche con gli arti inferiori, anzi alcuni prototipo sono già stati costruiti, ma nascono per altri tipi di lavoro. Scopo principale dell'intero progetto è migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro, infatti lo studio della macchina prende le mosse proprio dall'analisi dei comportamenti dei lavoratori nel settore edile, uno dei più pericolosi e usuranti, ed ha ottenuto uno specifico finanziamento dalla Regione Toscana, che ha affidato al Dipartimento della Prevenzione dell’Azienda Usl 5 di Pisa la responsabilità della pianificazione e gestione delle attività.

L’obiettivo principale del progetto è stato quello di realizzare un dispositivo che, in situazioni critiche di rischiosità per la muscolatura umana coinvolta nella movimentazione manuale dei carichi in una vasta gamma di possibili mansioni, sia in grado di ridurre complessivamente il carico movimentato e quindi lo sforzo muscolo scheletrico esercitato, riducendo così il rischio connesso al sovraccarico dorso-lombare dell’operatore.

In particolare, con la collaborazione del laboratorio Percro, è stato creato un prototipo funzionante di dispositivo robotico indossabile (vedi filmato).

Il prototipo è stato sperimentato nel campo dell’edilizia in collaborazione con 4 importanti aziende del settore, ottenendo risultati molto positivi in qualità di ausilio per gli operatori.

Ora però il progetto per andare avanti necessita di altri aiuti, di nuovi finanziamenti per continuare ad andare avanti, come ha spiegato Fabio Salsedo della scuola superiore Sant'Anna uno dei responsabili del progetto. Adesso Il progetto Vanst che potrebbe aiutare milioni di persone nel mondo è a metà della sua gestazione progettuale.