Attualità

In Toscana l'Avis è sempre più multietnica

A Casciana Terme si fa il bilancio sui quattro anni di presidenza Franchi, Avis è in prima linea per l'integrazione

CASCIANA TERME – E’ stata presentata nell'ambito dei lavori della 42esima assemblea generale dei soci di Avis Toscana svoltasi nel fine settimana nella località termale della Valdera, la quinta rilevazione sulla presenza dei donatori immigrati in associazione. Dal 2006, anno della prima rilevazione, i donatori immigrati erano 669. Oggi, sono diventati 2409. Dal 2010 l’ incremento è del 43 %. Il 53% è uomo e il 47% è donna. L’indagine condotta su 162 sedi comunali mostra che sono presenti nel 78% delle sedi Avis della Toscana e rappresentano il 3,1% del totale dei donatori di sangue Avis. A Prato i donatori stranieri sono 254, a Livorno 162, a Pisa 129, a Grosseto 129 e a Arezzo 124 confermano l’eccellente andamento della precedente rilevazione, collocandosi anche nel 2012 ai primi posti tra le associate con il maggior numero di soci immigrati. La provenienza geografica dei donatori Avis immigrati è variegata: 43% dall’Europa balcanica e orientale, il 17% dall’Europa e il 19% dall’Africa del Nord e dal medio oriente. La nazionalità più presente è quella rumena con 565 donatori e con un incremento totale di 266 nuovi donatori nell’ultimo biennio. Tale primato risulta immutato nelle ultime 3 rilevazioni, segue la nazionalità marocchina con 303 donatori. Al terzo posto l’albanese con 196 donatori per l’Albania. Nel caso della comunità romena il primato della donazione è femminile: le donne sono 305, contro 260 donatori uomini. A commento il presidente di Avis Toscana, Luciano Franchi: “Il buon risultato registrato conferma la progressiva integrazione della popolazione straniera nel tessuto sociale della regione e la risposta positiva alle iniziative di comunicazione sociale svolte da Avis sul territorio e rivolte alle comunità straniere. Negli ultimi anni molte delle attività progettuali e formative di Avis Toscana sono state rivolte al tema della multiculturalità e sono stati promossi percorsi di comunicazione e di dialogo con le comunità migranti presenti sul territorio. Mi rallegra positivamente – conclude Luciano Franchi – vedere che molti cittadini immigrati sono presenti nei consigli direttivi delle Avis a vario livello come dirigenti. Ciò significa che la donazione di sangue è strumento vero d’integrazione, capace di renderli protagonisti”. Durante il convegno è stato anche firmato il protocollo d’intesa tra Avis Toscana e l’associazione dei donatori di sangue del Senegal, alla presenza del loro presidente Thierno Lecomte Seck, che apre nuovi scenari di collaborazione e scambio tra le due entità associative.