Cronaca

​Incastrato dalla microspia nascosta nell’auto

Alcune intercettazioni dimostrerebbero la colpevolezza del compagno della donna trovata morta in circostanze sospette nel 2013

Svolta nel caso della morte di Mara Catani Nieri. Alcune intercettazioni raccolte grazie alla microspia nascosta dai carabinieri nell’auto dell’uomo dimostrerebbero la colpevolezza del compagno, il camionista 39enne di Cascina Alfredo Di Giovannantonio.

Secondo quanto riportato in un odierno articolo del quotidiano Il Tirreno, le intercettazioni ambientali raccolte dalla Procura di Pisa rivelerebbero che l’uomo si ripassava frequentemente la parte da recitare davanti agli inquirenti.

Il camionista, rinviato a giudizio lo scorso dicembre con l’accusa di omicidio preterintenzionale, proprio a bordo della sua auto avrebbe ripetuto spesso la versione da sostenere di fronte ai carabinieri, molto diversa da ciò che realmente accadde quel giorno.

Fin dalla mattina di quel 26 aprile 2013, Di Giovannantonio aveva raccontato che Mara aveva avuto un malore, era uscita di casa e lì si era accasciata. Poi l’autopsia rivelò lesioni sul corpo incompatibili con una caduta accidentale e allora l’uomo cambiò versione e cominciò a raccontare che la compagna aveva sbattuto la testa, ma il tipo di contusioni e abrasioni sul corpo suggerivano più una colluttazione e poi un trascinamento.

Tali accertamenti dei Ris, quelli del medico legale e ora queste intercettazioni, che verranno trascritte dalla consulente incaricata dal Gip e verranno portate al processo in Corte d’Assise, dimostrerebbero che la morte di Mara non è stata un incidente.