Lavoro

La crisi colpisce anche i benzinai, in dieci mesi cinque chiusure

La denuncia arriva dalla Faib Toscana Nord

In questi mesi hanno cessato l’attività 25 impianti di distribuzione tra Pisa, Lucca e Massa Carrara, di cui 5 solamente nella provincia di Pisa, mentre il dato italiano conta la chiusura di ben 1009 impianti. Sono i dati dell’Osservatorio Confesercenti raccolti dei primi 10 mesi dell’anno nelle province di a darci un’idea di cosa stia succedendo nel settore.

L’origine di questo brusco aumento delle chiusure degli impianti è duplice: da una parte troviamo una crisi che non accenna a rallentare e che porta con se un crollo sempre più evidente dei consumi interni, dall’altra troviamo un aumento costante e talvolta incomprensibile delle tasse e in particolare delle accise sui carburanti.

Le parole di Andrea Rapaioli, coordinatore della Faib Toscana Nord, suonano come un grido d’aiuto: ”L’aumento del peso del fisco sui carburanti e sulle imprese di distribuzione ha ridotto i consumi e annullato i margini, spingendo molti impianti storici alla chiusura e aumentando l’esposizione debitoria del 50% della categoria”.

Tassazione che va ad aumentare una situazione di sofferenza già presente e che porta a risultati disastrosi, nella zona le vendite sono in picchiata (-20% su 2012) inoltre il margine di guadagno è sceso sotto il 2% del prezzo finale. Rapaioli conclude parlando di un’ulteriore macigno che grava sulle spalle dei gestori, si tratta della clausola di salvaguardia, infatti: “Se non si dovessero trovare risorse per la copertura della prima rata dell’Imu – dice il coordinatore Faib - saltata per la mancata sanatoria sui giochi, si aumenteranno di nuovo le accise. Non siamo il Bancomat d’Italia: è una vergogna che si faccia sempre cassa su questo settore”.