Cronaca

La "guerra" dell'olio si vince con la riscoperta della qualità

Un settore che rischia di rimanere marginale, perché non può essere industrializzato e non può avere grandi numeri, ma che in Valdera è una tradizione

Alberto Bellesi presidente del consorzio produttori olio delle colline di Pisa e Fabio Galardi coordinatore manifestazione "Il primo olio e sapori della terra"

“Bisogna far riscoprire alle persone il valore del mangiar bene e usare un olio di oliva extravergine e di qualità – altrimenti le famiglie continueranno a comperare l'olio che si trova sui banchi dei supermercati e che costa 3 euro al litro, ma non si sa da dove viene e soprattutto non è un olio di oliva di qualità, anche dal punto di vista nutrizionale – dice Alberto Bellesi, agricoltore e presidente del Consorzio produttori olio della colline di Pisa – il nostro problema è proprio questo che le persone preferiscono spendere poco e usare olio di bassa qualità piuttosto che comperare quello di qualità magari prodotto a due chilometri da casa propria”. L'olivicoltura è un settore che potrebbe rappresentare una risorsa occupazionale ed economica, ma che in Italia, il paese che commercializza più olio la mondo, non riesce a trovare un mercato in grado di sostenere un indotto. Tanto lavoro, poche soddisfazioni, se la valutazione è solo commerciale, ma in realtà dietro all'olio extravergine di oliva non c'è solo la cultura del mangiar bene, ma c'è anche la cultura della terra e della coltivazione, di sapere cosa arriva sulle nostre tavole. “In Italia entra tantissimo olio, dai paesi comunitari e non, magari prodotto senza rispettare i criteri di qualità che usano i nostri agricoltori e poi proprio in Italia diventa olio extravergine, finendo sui banchi dei supermercati a pochi euro al litro – racconta Fabio Galardi  organizzatore dell'evento pontederese incentrato sull'olio di oliva – . Così il valore del lavoro degli olivicoltori viene deprezzato. Ma coltivare olivi non è solo un' attività agricola, l'olivo è patrimonio culturale per la Toscana e la provincia di Pisa, ma è anche un modo per tutelare la collina attraverso il lavoro degli agricoltori e una seri di tradizioni”. Ogni ettaro di terreno coltivato a olivo sulle colline pisane della Valdera richiede dalle 500 alle 600 ore di lavoro per pochi litri di prodotto preziosissimo, di altissima qualità, se si pretende di competere con la Spagna e i paesi del Magreb che producono grandi quantità di olio senza curare la qualità è chiaro che la battaglia è persa in partenza. Allora l'unica soluzione secondo gli organizzatori della manifestazione pontederese Il primo Olio, e sapori della terra, è proprio quella di riportare gli italiani a consumare olio di qualità e quello toscano e pisano è sicuramente tra i migliori al mondo se non addirittura il migliore. Insomma una battaglia per la tutele di un prodotto che in Valdera, è una tradizione, un confronto che si può vincere ma puntando sulla qualità e non sulla quantità. Al momento l'olivicoltura per un agricoltore è un'attività di compendio e non certo primaria, perché i numeri non permettono di coltivare solo olivi, ma la sfida è iniziata e per gli olivicoltori della Valdera e del Cuoi il primo round è fissato per sabato e domenica 22 e 23 febbraio a Pontedera.