Attualità

Le borse di Cascine arrivano in Corea del sud

Presentato al Cna l'accordo positivo tra Buti Pelletterie e E-trade. Il presidente Matteo Giusti: "Esempio positivo di come fare export"

Amerigo Buti con Yoshiro Hamada

Le borse prodotte a Cascine di Buti piacciono agli asiatici, in particolare ai cittadini della Corea del Sud e del Giappone. Presentato stamani nella sede del Cna di Pontedera l'accordo che la ditta Buti Pelletterie ha stretto con E-trade, importante partner sudcoreano e che garantià all'attività butese una maggiore fetta di mercato in Asia.

Buti Pelletterie esiste dal 1958 e da meno di una decina d'anni ha deciso di ampliare le esportazioni, prima aprendo un proprio punto vendita a Firenze, vicino a Ponte Vecchio, nel 2008, e negli ultimi tempi stringendo accordi in Corea del Sud e Giappone: “Durante un recente viaggio a Tokyo e Seoul – ha spiegato il titolare Amerigo Buti - abbiamo avuto conferma di come i nostri prodotti suscitano grande interesse. Nei mercati dove i consumi tengono o sono in crescita, la richiesta dei nostri prodotti va molto bene. Lavoriamo con distributori di livello alto e lunga esperienza nel settore, i quali con strategie di comunicazione efficaci sono riusciti a far conoscere ai consumatori la nostra qualità, la nostra storia, il nostro design. In Corea del Sud abbiamo concluso un importante accordo commerciale con la E-trade di Ki Hang che per i prossimi anni ci garantirà uno sviluppo importante per tutto l’estremo oriente con conseguente crescita aziendale e positive ricadute sul territorio. Non è facile arrivare e mantenere nel tempo questi livelli qualitativi e di proposta, soltanto con il duro e costante lavoro quotidiano, la scelta paziente ed accurata dei collaboratori si può ambire ad entrare nel cuore di consumatori esigentissimi che tengono in modo estremo alla propria immagine, alla qualità, al design dei capi che indossano, e alla storia che sta dietro a questi prodotti, noi garantiamo che le nostre produzioni sono esclusivamente realizzate nella nostra fabbrica di Cascine di Buti”.

Buti Pelletteria è una ditta che produce circa diecimila borse l'anno (“Col nuovo accordo produrremo di più con ricadute positive su tutto il territorio” aggiunge Buti) e conta 17 dipendenti. Le borse prodotte dalla pelletteria artigiana hanno un costo minimo di circa 400 euro, e massimo di 1200: “In oriente i nostri prodotti hanno un prezzo superiore di circa il 20 per cento. Il nostro export prevede non solo l'oriente ma anche l'Europa”.

“L’esempio della ditta Buti Pelletterie – ha detto il presidente del Cna Matteo Giusti- è una testimonianza e una dimostrazione di come è possibile fare export, internazionalizzarsi, aprire i nostri prodotti a mercati internazionali, partendo da produzioni di nicchia, che puntano sulle qualità e che sono dei veri e propri campioni di rappresentatività e di immagine per tutto il nostro territorio. Sono queste le iniziative che istituzioni e sistema paese dovrebbero più efficacemente sostenere ed incentivare. Così si tiene a galla il paese e noi non solo ringraziamo la famiglia Buti per il buon esempio da seguire, ma le auguriamo che possa ricavarne un successo che inevitabilmente avrà ricadute positive anche sulla nostra economia locale e sui consumi interni, perché posti di lavoro e tutto il resto, tasse comprese, sono al 100 per cento made in Valdera”.