Quasi 300 pontederesi caddero sui fronti della Grande Guerra e furono ricordati con targhette sui pini piantati nel parco della rimembranza, distrutto poi dalla seconda guerra mondiale, fra la scuola Curtatone e Montanara e la ferrovia.
Fra loro due coppie di fratelli, Alvarado e Bixio Marconcini, ai quali sono dedicata ancora una strada del centro, una palestra e il 'Nuovo campo sportivo Marconcini' dopo che il vecchio e glorioso polisportivo è stato abbattuto, e Attilio e Lamberto Gabriellini, dietro i quali c'è una tragica vicenda familiare.
Cinquant'anni dopo, quasi 700 pontederesi sopravvissuti alla guerra diventarono invece Cavalieri dell'Ordine di Vittorio Veneto, con medaglia e piccola pensione.
Il futuro presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, si arruolò volontario, come altri, ma ci furono anche manifestazioni contro la guerra, mentre i pontederesi, i rottigiani, i montecastellesi e i treggiaioli abitano e frequentano tuttora vie e piazze, una cinquantina, dedicate a eroi ed episodi della prima guerra mondiale.
Senza magari sapere chi fosse quell'Armando Diaz (strada della Bellaria) che da quasi un secolo sta sulla targhetta. L'Italia entrò in guerra il XXIV maggio 1915: ricordate?
“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il XXIV maggio...” e il prossimo 24 maggio sarà presentato un libro di vari autori che rievocherà nomi, vicende, personaggi, monumenti e clima politico sociale della Pontedera in guerra.
È un'iniziativa di Tagete Edizioni che rivolge un invito a tutti i pontederesi che hanno in casa documenti, medaglie e immagini di nonni e bisnonni a metterli a disposizione (ovviamente da riprodurre e restituire), contribuendo così ad arricchire il libro.
Per informazioni, telefonare al numero di telefono 339 8927990.