Cronaca

​L’ultimo saluto a Giancarlo Campani

Cerimonia semplice e chiesa colma di gente ai funerali dell’uomo stroncato da un malore alla festa democratica di Lavaiano

“Non veniva in chiesa, ma portava i principi della chiesa nella vita di tutti i giorni”. Così, nella parrocchia di Santa Lucia di Perignano, don Armando Zappolini ha ricordato Giancarlo Campani, l’uomo di 59 anni sabato scorso poco dopo la mezzanotte è stato stroncato da un malore mentre si trovava alla festa democratica di Lavaiano.

Tante le persone, amici e conoscenti, che nel primo pomeriggio di oggi, martedì primo luglio, hanno portato il loro ultimo saluto a Giancarlo durante la cerimonia funebre nella piccola chiesa.

Tragica la morte che lo scorso finesettimana ha colto l’uomo proprio davanti agli occhi della moglie, volontaria alla pizzeria della Bandana alla festa democratica di Lavaiano. Vani i tentativi di soccorrere il 59enne, che se n’è andato in pochi istanti.

A celebrare le esequie è stato don Armando Zappolini che nel suo saluto al defunto ha detto: “Le tantissime persone che sono qui oggi danno la misura della persona che era Giancarlo. Lui non veniva in chiesa, ma portava i principi della chiesa nella vita di tutti i giorni. Era una persona che faceva del bene ogni giorno cercando di passare inosservato e di questo - dice il parroco - noi lo ringraziamo". Poi il parroco ha anche ricordato il primo viaggio a Calcutta di Campani, insieme all'associazione Bhalobasa: “Era il 1993 e ricordo che Giancarlo era toccato dalle situazioni che ci capitava di vedere e inevitabilmente il pensiero correva al figlio Marco che era a casa”.

Dopo la cerimonia funebre, la salma di Campani è stata tumulata nel cimitero di Perignano.