Cronaca

L'Unione non piace ai dipendeni comunali. Le paure dei lavoratori

Scatta la vertenza del pubblico impiego per fermare il trasferimento dei dipendenti dei municipi all'Unione

Alcuni sindaci dei comuni dell'Unione Valdera

Al prefetto, al direttore generale dell’Unione e ai sindaci dei comuni che ne fanno parte, lo stato di agitazione dei lavoratori dei Comuni della Valdera è già stato comunicato e ora i sindacati sono pronti a dare battaglia. Secondo le segretarie provinciali della funzione pubblica il passaggio nell'Unione dei Comuni presenta troppe incognite come spiegano i sindacalisti Cinzia Ferrante della funzione pubblica Cisl, Furio Bologni della Uil e Antonio Napoli degli autonomi del Diccap. La prima questione. “Se un giorno l’Unione dei comuni della Valdera dovesse essere sciolta, - dicono i rappresentanti dei lavoratori - le amministrazioni comunali che ne fanno parte riprenderanno in mano le funzioni, e con esse il personale, che oggi stanno delegando al nuovo organismo? ll secondo aspetto - continuano Ferrante, Bologni e Napoli - nella Unione saranno garantite le risorse economiche per il salario accessorio; e se sì, si riuscirà a renderlo eguale per tutti? Già, perché i dipendenti dei 14 comuni interessati usufruiscono adesso di un trattamento economico diverso l’uno dall'altro, frutto degli accordi stipulati tra amministratori e sindacati comune per comune”. Infine spiegano il terzo punto fondamentale per i lavoratori. Ancora oggi i sindacati non hanno un’idea chiara di quale sarà la dotazione organica dell’Unione dei comuni della Valdera dal prossimo 1 gennaio. Sappiamo solo che l’Unione ha intenzione di assumere tre nuovi dirigenti. Ma l’operazione di affidamento dei servizi a questo ente non doveva servire a razionalizzare i costi?”.