Cronaca

Mercoledì la Consulta decide il destino di 500 volpi

Ambientalisti e animalisti pronti a difenderle: "E' una crudeltà gratuita ed evitabile con altri metodi". Pioggia di mail di protesta sulla Provincia

Mercoledì 26 marzo alle 15, mentre in Provincia, nella sala dei Comuni di via Pellico la Consulta faunistico-venatoria decideranno sul piano di abbattimento che prevede l'uccisione di 500 volpi e di altre specie problematiche, fuori del palazzo della Provincia a manifestare e far sentire la loro voce e dare spiegazioni sulle loro posizioni di contrarietà a questa politica di abbattimenti, ci saranno anche gli ambientalisti e gli animalisti della provincia di Pisa, con un presidio che andrà avanti dalle 15 fino alle 18 organizzato da Legambiente

Il piano di abbattimento redatto dalla Provincia, che potrebbe trovare nella giornata di mercoledì il via libera istituzionale prevede l’abbattimento di 500 volpi e trova la netta contrarietà delle associazioni ambientaliste e animaliste che nelle scorse settimane, hanno scatenato una protesta. In pochi giorni sono partite oltre mille mail di protesta destinate al presidente della provincia Andrea Pieroni e all’assessore alla difesa della Fauna, con una decisa presa di posizione contro il provvedimento.

“La cosa più grave - sottolineano le associazioni ambientaliste e animaliste attraverso la voce di Legambiente Pisa e Valdera -, è il quadro conoscitivo assolutamente inadeguato e approssimativo su cui si fonda il Piano di controllo. Non si sa qual è la consistenza della popolazione di volpi in provincia di Pisa. Non si sa quante ne sono state abbattute durante la stagione venatoria, quando, nonostante si tratti di specie cacciabile, i cacciatori ne evitano l’abbattimento, per poi lamentarsi, a caccia chiusa, dei danni di questa specie, in modo da ottenere la possibilità di abbattimenti per tutto l’anno. Non si considera la relazione fra l’andamento delle popolazioni di volpe e i ripopolamenti a scopo venatorio, fatti con animali allevati, inadatti a difendersi, che facilmente diventano preda delle volpi. Dispiace - continuano gli ambientalisti - vedere le associazioni agricole e venatorie difendere con tanta decisione un Piano di cui non si conoscono gli effetti di disturbo sulle altre specie: in pieno periodo riproduttivo infatti la caccia con i cani, estesa anche alla tana, può danneggiare specie protette come il tasso e l’istrice, ma anche molte specie di altri mammiferi e di uccelli.

Inoltre l’uccisione dei cuccioli – spiegano gli ambientalisti - e delle femmine gravide, in una lotta senza quartiere a questo predatore, costituisce un elemento di crudeltà assolutamente gratuito e evitabile con altri metodi, che privilegino il controllo delle fonti di alimentazione, a partire proprio dalla disponibilità di prede: fagiani, lepri, pernici, allevate in cattività e inadatte alla vita selvatica”.

“Colpisce poi – concludono gli ambientalisti - che le associazioni agricole non si rendano conto dei pericoli connessi alla circolazione di persone armate nel periodo primaverile-estivo, quando l’uso turistico e ricreativo del territorio è maggiore e coinvolge centinaia di strutture agrituristiche e rurali, rischiando di provocare incidenti e una immagine del territorio pisano brutale e controproducente”.