Attualità

Non denigriamo solo i pensionati della stazione

La campagna contro gli amori a pagamento non citi categorie o età. C'è pericolo di colpevolizzare i più deboli e favorire i chiacchiericci cittadini

L'ultimo, in senso temporale, problema della piazza e relativo quartiere della stazione di Pontedera, da vent'anni al centro di polemiche, sono-sarebbero dunque i pensionati. Categoria generica e spesso usata come sinonimo di anziani pur se ci sono anche i pensionati "giovani" e gli anziani non (o poco) pensionati. Naturalmente, non sono nell'occhio del mirino tutti i pensionati a spasso, al bar o in cerca di una panchina e un amico per scambiar due chiacchere, bensì quelli che, a quanto pare, frequentano la piazza in cerca di amori prezzolati. 

La prostituzione è una delle realtà più vecchie (che sia la più vecchia?) del mondo. E di vicende e situazioni ne ha già viste tante. Dalle case chiuse ufficializzate e statalizzate a quelle clandestine, dal meretricio stradale a quello d'alto bordo, dalla sacralizzazione al disprezzo generale fino al divieto di votare proclamato nei loro confronti dal neonato stato repubblicano e democratico italiano che aveva finalmente concesso il diritto di voto alle donne, dall'allegra rivalutazione di De André con la famosa Bocca di Rosa e la romantica Via del Campo, alle prostitute con vecchiaia da malate e straccione a quelle diventate regine. Una lunga storia che ci porta a considerare ancora lontana la fine della prostituzione. Durerà chi sa per quanto tempo ancora, e sicuramente io e i miei lettori non ne vedranno il tramonto.

E mentre non c'è dubbio che il decoro delle città - la moralità è invece un fatto personale - impone di vigilare affinché il fenomeno non dilaghi ricordiamo che in Italia la prostituzione non è un reato perché sono punibili soltanto il suo sfruttamento, e simili, e gli atti plateali di adescamento. Ma qui dobbiamo parlare dei vispi (chiamiamoli così per sdrammatizzare il problema) pensionati della stazione di Pontedera. Pare che saranno sollecitati con volantini e manifesti e smetter di frequentar le poche prostitute - non siamo certo di fronte a un'invasione tipo i viali di Roma o Napoli o il padule di Bientina - che peraltro non girano né seminude né in maniera provocante. 

Il fine della annunciata campagna è convincerli a rinunciare facendoli riflettere che quelle ragazze potrebbero essere le loro nipoti. Messaggio anche apprezzabile se non fosse che tra i frequentatori ci saranno, presumiamo, anche non pensionati e non anziani, dei quali quelle ragazze potrebbero allora essere figlie o sorelle. Meglio, dunque, parlare genericamente di frequentatori, senza citar né colpevolizzare categorie specifiche. E tantomeno quella dei pensionati, i cui problemi nei confronti del sesso e dell'amore sono una cosa seria, come potrebbe spiegare qualsiasi psicologo o sociologo.

Se invece il problema vero è la minore età delle ragazze, allora si entra nel campo del reato sancito e previsto dalla legge, per cui il discorso è completamente diverso. 

Ma anche in questo caso, lasciamo perdere se il reo è pensionato o no.