Cronaca

Addio Pinello, operaio Piaggio e grande tartufaio

Se ne è andato a 85 anni un forcolese conosciuto e stimato da tutti. Con lui, per l'ultimo viaggio, la divisa blu, il palettino e la sciarpa del Milan

Pinello Matteoli

La comunità di Forcoli piange Pinello Matteoli, storico operaio della Piaggio e grande cercatore di tartufi

Matteoli aveva 85 anni ed era conosciutissimo in Valdera. Pinello aveva amato talmente tanto il suo lavoro in fabbrica da chiedere che la divisa blu da operaio, stirata e ripiegata, andasse con lui nella bara per l'ultimo viaggio, insieme al palettino da tartufi.

Infatti, oltre all'amore per l'azienda in cui ha lavorato, Matteoli era un ottimo tartufaio, aveva iniziato fin da piccolo e nella vita ha insegnato a molte persone come cercarli. Era anche un bravo addestratore di cani. Tra le sue attività Matteoli era anche apicoltore. Tifosissimo del Forcoli e del Milan, ha portato con sé anche un gagliardetto della squadra locale e la sciarpa rossonera.

Pinello Matteoli

Tanti gli attestati di vicinanza alla famiglia, che ha ringraziato tutti per l'affetto dimostrato. Matteoli era il nonno della cantante Giulia Pratelli e del giovane consigliere comunale Matteo, a cui vanno le condoglianze di QUInews Valdera. Questo il ricordo che il nipote ha letto in chiesa, durante i funerali di martedì: "Il mio più caro amico d’infanzia mi ricorda spesso del miele. Lo ha fatto anche ieri. Eravamo piccoli, nonno “cavava il miele”, come diceva lui, e noi mettevamo il dito sotto quella specie di macchinario che usava per estrarlo e lo mangiavamo così, prima che venisse filtrato. Poi c’erano i tartufi: i barattoli di vetro coi pezzi di giornale dentro, i palettini, i cani da addestrare. È sempre stato un orgoglio per me, avere un nonno tartufaio. Ogni centimetro della sua casa mi evoca un ricordo di lui. La sala da pranzo, dove guardavamo la tv e facevamo merenda, e dove d’inverno accendeva il fuoco nel camino. L’orto, fino a qualche anno fa pieno di piante, soprattutto di patate, col recinto dei cani e quello delle galline. Il salotto, dove sempre più negli ultimi anni passava il tempo sulla poltrona davanti alla televisione, con gli occhiali storti sul naso. Mamma dice che glielo ricordo molto, e le sue foto alla mia età lo confermano. Ho preso da lui la mia fame perenne, il tono di voce sempre troppo alto, tante espressioni e tanti gesti. Ho perso qualcosa, ma sono cose che succedono. Un suo amico una volta mi chiese se avessi imparato a “fare tartufi”. Lui rispose per me che non ero portato per quel genere di cose, e che al contrario leggevo un libro al giorno. Sopravvalutava sicuramente le mie capacità. Ogni centimetro della sua casa mi evoca un ricordo di lui, come ho detto. Ma tra tutto quello che mi porterò dentro di mio nonno, una cosa è certa: la mia infanzia avrà sempre il sapore di miele e tartufi".