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Palazzo Pretorio cerca un'altra vita

Tribunale, carcere, commissariato. Dopo otto secoli di potere lo storico edificio verrà riqualificato. Il racconto dello storico Mario Mannucci

Un momento della visita del palazzo

Dopo otto secoli, anno più, anno meno, trascorsi come palazzo pubblico del potere politico, amministrativo, giudiziario e carcerario, per cinque secoli tutti insieme in quelle stanze, Palazzo Pretorio è costretto a inventarsi una nuova vita.

Il tribunale, ultimo rimasto fra i centri di potere pubblici, se n'è infatti andato dopo che avevamo fatto la stessa cosa, scendendo nei secoli, le carceri e il commissariato di polizia (anni '80 del secolo scorso) e nell'800 il vicariato granducale, la podesteria e i comandi militari del castello di Pontedera. Città già fortificata con un chilometro e duecento metri di mura e 17 torri intorno all'attuale centro storico, allora Pons ad Heram era tutta lì, poi abbattuta nel 1554 da Firenze che nuovamente aveva conquistato il villaggio attestato sull'Arno e sull'Era.

Palazzo Pretorio nacque nel XIII secolo a un piano solo, l'attuale piano rimasto seminterrato dopo la costruzione del loggiato che serviva per riparare i mercanti di granaglie, insieme alla città e alla 'chiesa vecchia', attuale santuario del Santissimo Crocifisso. Potere pubblico laico e potere religioso che si guardavano dai due lati della piazza centrale (ora Curtatone) come nella grande tradizione classica e medievale. Ma nel prosieguo dei secoli si alzò fino ai 4 piani con soffitta e si allungò incorporando il piano superiore del palazzo accanto. Fino a metà dell'800 il potere pubblico, militare e giudiziario era tutto lì, poi il comune acquistò Palazzo Stefanelli, dal quale ancora si governa Pontedera, mentre a Palazzo Pretorio rimasero la pretura, poi diventata tribunale, la polizia e le carceri. Ma la polizia si è trasferita dagli anni '80 del secolo scorso in piazza Trieste nell'ex palazzo del ghiaccio - proprio così: vi si fabbricava il ghiaccio, molto richiesto in tempi senza frigoriferi - e negli stessi anni '80 il pretore-giudice di Pontedera chiuse con un'ordinanza il carcere, all'ultimo piano, perché 'ormai incompatibile con le moderne esigenze'. Non c'era neanche una vera e propria mensa mentre il ministero di grazia e giustizia non voleva pagare la pur piccola quota chiesta dalla sottostante trattoria l'Orologio per servire il pranzo e la cena ai reclusi. Di solito una decina, tutti con pene lievi o a fine pena _ ma una zingarella riuscì ad evadere _ che però volevano restar lì perché era un ambiente, per così dire, familiare.

Poi, l'anno scorso, la stangata della chiusura del tribunale decisa dai governo Letta per tutte le sezioni tribunalizie distaccate dalla sede centrale. in questo caso Pisa. Una stangata storica ed economica perché i processi portavano tanta gente nei negozi e bar del centro. La nuova strada di Palazzo Pretorio, lo dice il sindaco Millozzi, dovrà avere un ruolo e un interesse tra il pubblico e il privato perchè un palazzo di oltre 50 stanze costa e il comune non può permettersi di pagar tutto. Una cosa è comunque certa: Palazzo Pretorio non amministrerà più Pontedera nè difenderà i pontederesi nè li giudicherà né li arresterà. Quei tempi sono finiti. Diciamoci la verità: con qualche rimpianto.

Mario Mannucci

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