Politica

Peccioli e la politica della polis

La campagna elettorale diventa dotta e nell'agorà mediatica i "filosofi" non si risparmiano accuse. Peccioli Futura replica al comizio di Marianelli

E la campagna elettorale diventa una disputa tra dotti. A Peccioli, dove il dibattito tra le due principali liste Peccioli Futura e Progetto Comune sta infiammando gli animi nelle due liste, la contrapposizione diventa ardua e forse anche un po' troppo iniziatica. A scatenare il botta e risposta è un comizio che domenica scorsa Marianella Marianelli, la candidata sindaco di Progetto Comune ha tenuto in piazza, come si faceva un tempo, prima dei social media, in cui non avrebbe risparmiato attacchi e graffianti accuse alla lista avversaria e al candidato sindaco Renzo Macelloni, facendo leva, secondo quanto emerge dalla replica di Peccioli Futura su una superiorità cultuale. Alla fine i candidati che sostengono Macelloni si sono sentiti offesi. E così la replica non ha tardato ad arrivare, e per le rime, con tanto di citazioni dotte e richiami all'Atene del quinto secolo, quando a fare politica era Pericle, Socrate e Gorgia, ma a quel tempo la politica non era cosa per tutti, a votare andava solo il Demo.

“L’erudizione, - esordiscono nella replica i membri di Peccioli Futura - diceva un filosofo dell’antica Grecia tale Eraclito, non insegna ad avere intelligenza. E soprattutto, aggiungiamo noi, non concede la licenza di misurare le prese di posizione, le scelte e l’intelletto di altri, a meno che non si chiamino intelligenti e dotati di capacità critica solamente quelli che la pensano al tuo stesso modo. Queste, in sintesi, - continua la coltissima nota - le primissime precisazioni che noi candidati consiglieri del gruppo Peccioli Futura tenevamo a fare dopo il comizio della scorsa domenica mattina, in piazza del Popolo pronunciato dalla candidata sindaco di Progetto Comune Marianella Marianelli. Precisazioni perché, come candidati e cittadini coscienziosamente schierati con una parte politica, ci siamo sentiti offesi. Nella sua lectio magistralis dal pulpito infatti Marianelli si è imposta come persona sapiente, acculturata, superiore, schiva e al tempo stesso perfetta per fare il sindaco. Sofista di piazza, ha dipinto noi candidati consiglieri come individui acefali, marionette nelle mani di Renzo Macelloni, dittatore dell’impero di Peccioli eppure in passato sempre scelto dai cittadini attraverso elezioni democratiche. Vogliamo quindi dire a quella signora che sa di sapere, che nessuna laurea o libro pubblicato permettono di giudicare dodici persone che hanno sposato un progetto, un programma, un’idea di governo, scegliendo volontariamente di partecipare, come lei ma su un fronte diverso, alla vita politica locale. Ci vuole rispetto ancor prima del giudizio, umiltà ancor prima della critica”. Poi la replica continua e gli esponenti di Peccioli Futura dicono: “Crediamo che per essere un buon sindaco non ci si possa porre sul piedistallo a millantare cultura, tecnicismi, aforismi, etimologie e saperi. Non serve un pedagogo a guidare un Comune – come Marianelli si era proposta su Facebook ai cittadini di Legoli trattandoli come “cavie” – ma una persona al servizio dei cittadini, con idee in testa e progetti di lunga prospettiva in cantiere. Qualcuno che non si guardi la punta dei piedi o peggio ancora il riflesso di sé nel fiume di Narciso, ma che proponga soluzioni ai problemi e anticipi con lungimiranza le potenzialità di una comunità. Capacità che, al di là della simpatia che si può provare o meno per Renzo Macelloni, lui ha dimostrato di avere”.

Poi concludono da Peccioli Futura nella loro replica a Marianelli e spiegano (con parole un po' più comprensibili ndr): “Vogliamo dire a Marianella che spesso in questi giorni ha detto di sentirsi attaccata che magari lo è davvero, ma perché è lei la prima ad attaccare noi. Il comizio di domenica ne è la prova: un soliloquio in cui la candidata si è limitata ad accennare a qualche linea guida della sua lista, ma in compenso ha speso fiumi di parole per aggredire gli avversari sul piano strettamente personale. Ennesima dimostrazione di una politica priva di idee e fondata solo sul rancore di un gruppo formato sì da alcuni volti nuovi, ma vecchio di trentanni”.