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"Peccioli è la terra dei fanghi?"

L'opposizione incalza il sindaco Macelloni sui contenuti dello studio commissionato per accertare le condizioni dei terreni

Foto d'archivio

"I risultati presentati non consentono alcuna caratterizzazione di dettaglio di tutte le aree in cui si è proceduto alla pratica degli spandimenti. Non occorre certo essere degli scienziati per capire che la media su 250 campioni, nulla dice sull’eventuale presenza di singoli terreni contaminati".

Il capogruppo consiliare d'opposizione Davide Castagni Fabbri risponde a una lettera del sindaco Renzo Macelloni riguardo la relazione finale sullo stato di salute del territorio pecciolese in seguito allo studio commissionato dal Comune per l'inchiesta sullo smaltimento dei fanghi. Nella lettera il sindaco aveva accusato il rappresentante della lista d'opposizione di aver imbastito una campagna di volantinaggio che dipingeva Peccioli come La Terra dei fanghi, criticando le scelte del primo in materia di rifiuti.

Castagni Fabbri critica anche i soldi spesi per assegnare il lavoro di analisi sui terreni. "Nei suoi panni - scrive -, non avrei impegnato 47mila 580 euro di denaro pubblico senza farmi consegnare tutti e 7mila 500 parametri analitici e la corrispondente localizzazione geografica". E annuncia che presenterà una nuova richiesta di accesso agli atti.

Castagni Fabbri, poi, si dice non convinto di alcuni valori, come il cromo totale, gli idrocarburi pesanti, lo zinco. "Il significato di quei valori - dice il consigliere - è che, a distanza di svariati mesi dall’ultimo spandimento di fanghi, il 5 per cento dei punti di campionamento riporta valori di idrocarburi pesanti superiori a 4/5 del limite di Legge".

Il capogruppo della lista d'opposizione chiede chiarimenti al sindaco in merito alle analisi e lo interroga sul concetto che vedrebbe, a suo dire, la "vocazione di Pecciol del tutto inconciliabile con lo spandimento di fanghi su terreni agricoli".