Cultura

Riprendono gli scavi archeologici a Ghizzano

Dopo le scoperte degli scorsi anni, iniziate nel 2004, dal 3 giugno al 12 settembre gli archeologi tornano al lavoro a Colle Mustarola

Sul sito di Santa Mustiola è ripresa la campagna di scavi che sta impegnando 10 tra archeologi e antropologi professionisti dal 3 giugno al 12 settembre, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, la direzione dello scavo è di Elisa Piludu, come concessionario la Fondazione Peccioli per l’Arte e finanziato dal Comune di Peccioli e da Belvedere SpA.

L’area archeologica di Colle Mustarola è interessata da ricerche archeologiche dal 2004 e da allora i ritrovamenti sono stati costanti, incuriosendo ed entusiasmando archeologi, studiosi e istituzioni, fino alla scoperta della tomba di Isadora, il cui corredo funerario è esposto nel Museo Archeologico di Peccioli.

Gli scavi stanno proseguendo sull’area sommitale della collina dove era già emersa la chiesa dedicata a Santa Mustiola, portando alla luce numerose sepolture e interessanti strutture riferibili ad un’epoca ancora più antica e ponendo nuovi interrogativi agli archeologi.

Il sito di Santa Mustiola a Ghizzano è ubicato su un piccolo colle lungo una delle vie di comunicazione antiche più importanti del territorio, che collegava Volterra, Pisa e il mare a Roma. Proprio l’importanza commerciale e strategica del luogo ha permesso il succedersi di varie fasi insediative: da quella romana, testimoniata dalla cisterna di I secolo d.C., quella longobarda di cui rimangono ceramiche, corredi funerari e resti di un edificio e, infine, quella medievale con la costruzione della piccola chiesa dedicata a Santa Mustiola e il cimitero pertinente.

Molte delle sepolture finora scavate, circa 200, hanno restituito corredi funerari raffinati e insoliti che testimoniano come il luogo fosse frequentato da esponenti dell’aristocrazia che a partire dal ‘200 scelsero questa piccola chiesa come luogo di sepoltura. Alcune di esse testimoniano probabilmente gli anni in cui nel nostro territorio le epidemie mietevano vittime. Potrebbe essere un esempio emblematico di questo periodo proprio la sepoltura di Isadora la cui datazione al radiocarbonio fa risalire la sua morte tra il 1340 e il 1358 (ricordiamo che la peste nera è del 1348).

Il corredo, oggi esposto al Museo Archeologico di Peccioli, è composto da un copricapo, un anello e una cintura, databile alla prima metà del Trecento e rappresenta un raro esempio in Italia di oggetti di questo tipo, soprattutto per la quantità di elementi decorativi che compongono la cintura.

A conclusione della campagna di scavo i ritrovamenti saranno analizzati dal direttore dello scavo e dalla soprintendenza per aggiungere un altro tassello della storia del nostro territorio.