Cultura

Vent'anni di guerre in oltre 250 foto

A Palazzo Senza Tempo la mostra del fotoreporter Franco Paggetti rimarrà visitabile sino al 30 Settembre

Palazzo Senza Tempo

Il conflitto in Ucraina ha scosso l'opinione pubblica sin dal suo inizio. Negli ultimi vent'anni, però, l'orrore della guerra non si è limitato soltanto agli eventi degli ultimi mesi. Le testimonianze fotografiche di Franco Paggetti, tra i più importanti fotoreporter internazionali per Time, The New York Time Le Monde, disvelano uno scenario dove la violenza, ancora oggi, sembra inarrestabile.

A raccoglierne gli scatti, oltre 250, è il Palazzo Senza Tempo di Peccioli, dove sino al prossimo 30 Settembre sarà visitabile la mostra fotografica "Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019". Un racconto di oltre vent'anni che si sviluppa tra Afghanistan, Kosovo, Timor Est, Kashmir, Palestina, Iraq, Sierra Leone, Sud Sudan e Siria.

"L’invasione russa dell’Ucraina, le sue stragi e le sue distruzioni, le persone che sono vittime, sono di nuovo raccontate dalle immagini dei fotoreporter di guerra, anche in questi tempi di social network - ha scritto Luca Sofri, direttore de Il Post e curatore della rassegna "Pensavo Peccioli", durante la quale è stata inaugurata la mostra - le guerre non hanno mai smesso di essere combattute e niente come le immagini dei fotoreporter ha cercato di ricordarcelo anche negli anni passati, quando la guerra in Europa ci sembrava impensabile. Le foto di Pagetti sono fra quelle che con più insistenza e professionalità hanno anticipato quello che saremmo tornati a vedere quest’anno".

Una giovane cammina lungo un muro crivellato di colpi nel campo per rifugiati palestinesi a Nahr al-Bared, vicino Tripoli (Franco Pagetti)

Le tende utilizzate in Siria dalla popolazione per proteggersi (Franco Paggetti)

In mostra, le foto della guerra in Iraq, dove Pagetti ha vissuto dal 2003 al 2008, raccontando la caduta del regime di Saddam Hussein, l’ascesa dei gruppi terroristici e la guerra civile. Ma anche le storie e le immagini dall’Afghanistan, che trasmettono la sua capacità empatica e l’assenza di pregiudizio. E poi, in una sala dedicata, The Veils of Aleppo, sulle tende di Aleppo, realizzato nel 2013, il reportage con cui Pagetti ha cambiato il modo di fotografare la guerra: i soggetti delle immagini non sono persone morte, ferite o armi, ma le tende colorate che vedeva per strada, rivelatrici della vita degli abitanti di una città devastata dai bombardamenti.

Il palazzo al-Salam, una delle residenze di Saddam Hussein, distrutto da un missile da crociera (Franco Paggetti)

"Una reazione umana - ha spiegato Pagetti - per proteggermi dall’orrore del mondo in cui camminavo: concentrarsi su un elemento di bellezza nel caos, o creare una distanza tra me e gli eventi. Io proteggevo la mia stabilità mentale, i siriani la loro vita". 

Il fotoreporter Franco Paggetti