Sta aspettando di tornare a casa con il braccialetto elettronico. Ma l'apparecchio che gli consegnerebbe parte della libertà perduta non è ancora arrivato e per questo motivo Jalal El Hanaoui resta in carcere a Prato.
Il giovane, residente a Ponsacco, è accusato di istigazione alla jihad tramite social network. Jalal ha detto ai suoi avvocati Marco Meoli e Tiziana Mannocci che i recenti fatti di cronaca, da Nizza a Monaco fino a Rouen, gli provocano dolore e rabbia.
Il prossimo appuntamento in aula è venerdì. Al tribunale del riesame e in quel caso verrà discussa la misura degli arresti domiciliari.