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Vasco Gronchi, 50 anni tra i legni

Dal cuore di Cascina a Fornacette, la bottega di Vasco Gronchi è da mezzo secolo un tempio dell’alta falegnameria e della tradizione artistica.

Ogni mattina, anche la domenica, in Via Togliatti a Fornacette si apre una porta che da 50 anni conduce in un altro tempo. Dietro quella soglia c’è Vasco Gronchi, artigiano di Cascina, classe 1947, che con mani sapienti continua a scolpire intagli come si faceva una volta, in un mondo che ha imparato a correre troppo in fretta.

"Sono nato nel 1947 e ho iniziato come ragazzo di bottega", ci ha raccontato, "capendo subito che il mestiere di falegname sarebbe stata la mia vocazione". Da lì un percorso fatto di pazienza, studio e dedizione, che lo ha portato ad aprire la sua attività a Fornacette, dove ancora oggi lavora con la stessa passione di sempre.

Ogni pezzo esposto nella sua bottega è unico. Barocco, Barocchetto, Impero, Chippendale: se non è laborioso, non è uscito dalle sue mani. "Concludo ogni giorno con la soddisfazione di aver creato qualcosa che durerà nel tempo", ha detto. E nei suoi lavori, passati anche tra le mani di principi, produzioni televisive e perfino del Vaticano, c'è sempre un’idea di bellezza che resiste.

Impossibile dimenticare quando Vasco realizzò la poltrona per Papa Giovanni Paolo II. "Grazie al mio lavoro, mi sono realizzato come uomo e professionista. Ma ciò che più conta per me è aver sempre messo la famiglia al primo posto", ha aggiunto.

L’artigianato, però, non è più quello di una volta. "Molti giovani hanno talento, ma vivono in un'epoca che li spinge altrove. Il consumismo ha superato l’amore per la bellezza classica", ha spiegato. E se Cascina una volta era sinonimo di alta falegnameria, oggi l’artigianato artistico sopravvive a fatica, anche se all’estero esiste ancora un mercato che lo apprezza.

Vasco, oggi socio della Società Operaia di Cascina e sostenitore del suo Museo, lancia un messaggio, "Mi piacerebbe che i ragazzi riscoprissero la bellezza di questo lavoro, non solo come dedizione, ma come atto d’amore. L’artigianato non morirà mai, basta volerlo riscoprire"