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Abbattimenti dei tigli, "Era noto ormai da tempo"

Il segretario di Fesical Confsal Russo espone la situazione delle alberature di viale della Rimembranza: "Scarso spazio e potature erronee"

Viale della Rimembranza

L'abbattimento e la nuova piantumazione dei tigli in viale della Rimembranza non convince fino in fondo il sindaco Fesica Confsal, che per bocca del suo segretario provinciale, Roberto Russo, espone i propri dubbi sull'operazione.

"Le spiegazioni dell’amministrazione comunale non hanno convinto del tutto alcuni cittadini e abitanti del viale, che si sono rivolti a noi - ha detto - la storia inizia da lontano: i tigli furono piantati nel 1923 per un'iniziativa governativa volta a ricordare i caduti della Prima guerra mondiale con un albero per ogni soldato scomparso del Comune. Inoltre, quel viale della Rimembranza, per decreto legislativo del 2004, è diventato un bene culturale".

"L'abbattimento, lo sradicamento e la piantumazione di 23 nuovi tigli, dopo che negli anni scorsi altri 7 avevano subito la stessa sorte, sarebbe un’opera preventiva destinata anche a salvaguardare l’incolumità delle persone - ha aggiunto - sul fine dell’iniziativa non discutiamo, perché gli esami diagnostici effettuati hanno evidenziato la presenza di avanzati fenomeni cariogeni causati dalla presenza di particolari funghi. Il fatto più preoccupante, però, è l’avere scoperto, dopo un accesso agli atti, che sui 100 tigli piantati nel viale, almeno 67 sono gli alberi interessati dai fenomeni degenerativi, di cui già i primi 23 sono stati rimossi".

Inoltre, per Russo, sono le tempistiche dell'intervento a destare qualche perplessità. "L’amministrazione ha dichiarato come l’intervento fosse urgente alla fine del 2023, quando la notizia era già presente in provvedimenti di inizio 2021, mentre la relazione dell’Università di Bologna era stata conclusa nel Febbraio del 2022 - ha spiegato - un’emergenza sui generis, con tempi assai prolungati".

"Altro dettaglio da non sottovalutare è che la relazione riporta due principali motivi come motivo dell’abbattimento - ha concluso - da un lato una erronea potatura degli alberi, che non ha rispettato il loro sviluppo naturale; inoltre, la posizione che offre un ridotto spazio di radicazione. Quest’ultimo passaggio ci dovrebbe far riflettere sul nostro approccio rispetto alla natura, che pretendiamo di inserire o di conservare all’interno dei nostri spazi urbani non sempre con grande successo".