Attualità

Il presepe contro il riarmo di don Armando

"Giù le armi! Mai più guerra!": questo il titolo scelto dal parroco per l'allestimento della Natività. "Le basi militari non portano benefici"

La statuina di Gesù bambino nel presepe di don Armando Zappolini

L'atteso presepe di don Armando Zappolini, parroco di Ponsacco che ormai da anni fa l'allestimento della Natività uno spunto per parlare dell'attualità, è un grido a pieni polmoni contro la guerra e il riarmo. Il titolo, del resto, è chiaro: "Giù le armi! Mai più guerra!". 

Il presepe, ideato da don Armando e allestito nel battistero adiacente la parrocchia di Ponsacco, chiama direttamente in causa Governi e istituzioni che, negli ultimi anni, hanno alimentato la spesa militare: nel 2024, del resto, sono stati superati a livello internazionale i 2.700 miliardi di dollari. Nel nostro Paese, nel periodo 2025-2026, la spesa è in aumento e si aggira tra i 31 e i 34 miliardi di euro all’anno, con la prospettiva di aumento per soddisfare l'obiettivo dell'1,5% del Pil. 

Del resto, anche la nota pastorale della Conferenza episcopale italiana chiede di abbandonare l'escalation della spesa militare. "Il riarmo non aiuta la pace - ha commentato don Armando - e la tanto ripetuta e abusata parola sicurezza non può essere la panacea per legittimare gli interessi della lobby dell’industria militare".

Per questo, a fare da sfondo al presepe, ci sono delle foto che provengono da alcuni dei conflitti che interessano milioni e milioni di persone: da quello di Gaza all'Ucraina, passando per il Sudan. "Di fronte a questo non ci si può voltare dall’altra parte né possiamo restare a guardare - ha aggiunto - l'unica cosa che non dobbiamo disarmare sono le nostre coscienze. Per il resto dobbiamo disarmarci’, disarmare i nostri Paesi, le nostre comunità, le nostre menti, i nostri cuori". 

Proprio con riferimento alle comunità, il presepe di don Armando richiama l’attenzione anche sul progetto di base militare diffusa tra Coltano e Pontedera. "A Gello, sui terreni della Tenuta Isabella, è previsto il progetto di una pista di addestramento per mezzi militari e un poligono di tiro a cielo aperto - ha detto il sacerdote - le basi militari non sono innocue, come ci vogliono far credere, non è così vero che non partecipano ai conflitti mondiali in corso. Le basi militari non portano benefici ai territori: le uniche a guadagnarci sono le grandi multinazionali delle armi e i loro gregari".

"Quando la guerra ti entra in casa - ha concluso don Armando - non possiamo lavarcene le mani. Le armi sono armi ovunque e, a volte, uccidono in silenzio, senza rumore. E possono uccidere anche un territorio come il nostro. Il riarmo non è la soluzione o il vero sviluppo, lo sono le voci di cittadini consapevoli che non si tirano indietro e lottano per il bene comune, a difesa della bellezza, della salute e di una pace autentica".