La vita di Jalal El Hanaoui continua a essere setacciata alla ricerca di prove che confermino la sua vicinanza all'Isis e la sua istigazione al jihad.
Nella terza udienza che si è tenuta ieri davanti alla corte d’assise del tribunale di Pisa, presieduta dal giudice Pietro Murano è emerso che il giovane possedeva nel suo cellulare un messaggio vocale che inneggiava all'Isis. El Hanaoui, che è difeso dagli avvocati Marco Meoli e Tiziana Mannocci, aveva un'intensa attività su Fb. Dai suoi tre profili accedeva al web alla ricerca di notizie e contatti col mondo estremista islamico.
El Hanaoui continua a essere detenuto in carcere dove è rinchiuso dal luglio scorso. Nella prossima udienza, in programma il 1 aprile, saranno sentiti sei testimoni della difesa e due dell’accusa.