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Trenta candeline per "Il Doccio"

Trent'anni e sentirsi più giovane di prima. La Comunità "Il Doccio" è nata nell'altro secolo ma guarda ancora fissa al futuro

Immagine dalla pagina fb

La Comunità “Il Doccio” compie trent’anni. E’ nata a Usigliano nel 1990, per poi continuare la sua attività a Bientina ed infine a Ghizzano di Peccioli.

Don Armando Zappolini dedica un intero capitolo del suo libro “Un prete secondo Francesco” alla nascita di questa comunità, che si occupa di recupero dei tossicodipendenti e che allora si chiamava “Comunità aperta”.

“La Caritas della Diocesi di San Miniato – c’è scritto nel libro – mi segnalò la difficoltà di una piccola comunità di tossicodipendenti a Usigliano… una realtà nata dall’iniziativa personale di alcuni genitori di Genova che avevano esperienza diretta con la droga”.

Don Armando, a quell’epoca, era prete a Tripalle.

Le difficoltà di farsi accettare da quel gruppetto, la fatica incontrata nel costruire rapporti di fiducia, la tenacia e alla fine poter dire “ce l’ho fatta” a costruire una comunità terapeutica, ogni passaggio di quel percorso, è tutto ricostruito in quel capitolo del libro.

Ora la comunità “Il Doccio” fa parte della Cooperativa sociale “Il Cammino”, accoglie in media una quindicina di tossicodipendenti adulti ed opera con un’equipe composta da uno psichiatra, cinque educatori, uno psicoterapeuta, due operatori generici ed un infermiere, e si propone di accompagnare gli ospiti in un percorso di cambiamento, con programmi che mediamente variano dai 15 ai 18 mesi.

Don Armando lasciò la Presidenza del Doccio quando assunse l’incarico di Presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, ma quell’esperienza, non c’è dubbio, occupa ancora un posto centrale nel suo cuore.

“Eravamo nell’altro secolo – dice Don Armando – e quella del Doccio è stata un’esperienza bella, una storia lunga che ha segnato in modo importante la mia vita e quella di tanti amici che hanno camminato con me in questa avventura. Sono stati trent’anni di ore, giorni, mesi – dice ancora Don Zap – con vittorie e sconfitte ma sempre all’insegna della massima condivisione, senza lasciare nessuno indietro.

Trent’anni sono tanti, ma il Doccio è sempre lì più forte di prima, e, dice Zappolini, non tentenna, ma guarda al futuro facendosi carico dei sogni e delle aspettative di chi attraversa momenti di difficoltà.