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Albertina Gasparoni, una storia di riscatto e di presidenti

A "Pontedera delle donne", il racconto di una vita passata tra Leone e Ciampi, al fianco dei capi dello Stato: "L'incontro con Gronchi fu un segno"

Albertina Gasparoni con il marito e l'ingegner Umberto Voltolina, fratello della signora Pertini

Comincia da un piccolo paese del Piemonte, si sposta a Torino e prosegue a Roma, concludendosi nel palazzo più importante della Repubblica: quello del Quirinale. Sono le tappe della storia di Albertina Gasparoni, 78 anni, per una vita segretaria dei presidenti della Repubblica che, giovedì 6 Marzo alle 18,30 al Museo Piaggio, sarà ospite di uno degli incontri della rassegna "Pontedera delle donne", in compagnia di Anna Tavernise.

Originaria della provincia di Alessandria, Gasparoni ha vissuto un'infanzia e un'adolescenza che l'hanno temprata. "Sono cresciuta con mia nonna, mia madre è stata una pioniera della separazione in Italia - ha raccontato - mio padre non c'era, così a 10 anni ci siamo trasferite a Torino a casa del mio patrigno. Una persona molto severa e avara, ma che forse mi è stata utile: ha forgiato il mio carattere e mi ha dato la forza per venire fuori da quella situazione".

"Credo che la mia sia anche una storia di riscatto - ha proseguito - a posteriori, dopo aver lavorato a lungo e aver raggiunto grandi traguardi, posso dire di aver ripagato non solo me stessa, ma anche mia madre: con lei abbiamo fatto un lungo percorso insieme, l'ho protetta e tutelata fino a quando non è morta a 99 anni".

Il palazzo del Quirinale

Nel mezzo, appunto, una vita affascinante ai piani alti delle istituzioni. "Appena ho preso la patente ho iniziato a frequentare le scuole serali per perfezionare le lingue straniere - ha detto - così, ho partecipato al concorso per il Ministero degli Esteri, con l'intenzione di lavorare in un'ambasciata. Non è andata così, però: prima ancora che fossero resi pubblici i risultati, sono stata convocata dal capo di gabinetto perché mi avevano notata: alla fine, non ho mai lavorato all'estero".

Così, nel 1970, Gasparoni entra alla Farnesina come dipendente del gabinetto del ministro dell'epoca, un certo Aldo Moro. "La mia esperienza romana è stata bellissima, ma con momenti di enorme dolore - ha ricordato - purtroppo, del presidente Moro ho vissuto tutto il calvario, una ferita ancora aperta. Non solo per lui, ma anche per gli uomini della scorta, come il maresciallo Oreste Leonardi, con cui avevo uno splendido rapporto: eravamo due torinesi a Roma. È stato orribile".

Dopo qualche anno, quindi, si spalancano le porte del Quirinale, dove Gasparoni rimarrà sino alla pensione nel 2003. "Il capo di gabinetto di Moro era stato anche consigliere diplomatico di Giovanni Leone: quando divenne ambasciatore a Teheran, mi segnalò come persona in grado di potersi occupare della segreteria del presidente - ha continuato - alla fine, ho fatto il colloquio e sono stata presa. Agli inizi ero nell'ufficio stampa, poi c'è stato un avvicendamento e sono passata alla segreteria particolare del capo dello Stato: anche qui, ci sono stati momenti belli e altri dolorosi, come quando affrontammo le dimissioni di Leone e le tante calunnie che lo travolsero". 

Nel 1978 viene eletto Sandro Pertini. "Abbiamo avuto un grande rapporto, fatto anche di litigate, ma era un uomo che sapeva chiedere scusa e non se ne vergognava - ha raccontato - a cinque anni dalla sua morte, in occasione di una commemorazione a Camere riunite, ho conosciuto sua moglie, Carla Voltolina. Durante gli anni della presidenza ce l'avevano sempre descritto come donna intrattabile, ma non era vero: è diventata una seconda mamma per me, le sono stata vicino nei suoi ultimi dieci anni di vita".

La signora Gasparoni col marito e il presidente Pertini dopo uno spettacolo teatrale

La storia, poi, prosegue: da Francesco Cossiga a Oscar Luigi Scalfaro, fino a Carlo Azeglio Ciampi. "Un'altra pagina bellissima l'ho scritta insieme alla signora Franca, moglie del presidente Ciampi - ha detto - abbiamo avuto un rapporto incredibile: mentre la moglie di Pertini era più timida e introversa, lei era schietta, un fiume in piena. Sarà divertente raccontare qualche aneddoto che abbiamo vissuto insieme". 

Il presidente Gronchi in visita a Torino [Archivio della presidenza della Repubblica]

Oggi, la signora Gasparoni vive a Pisa, insieme al marito Massimo Corevi, regista. E, forse, è proprio nella provincia pisana che era scritto il suo destino. "Quando ero piccola venne in visita a Torino il presidente Giovanni Gronchi: io facevo la quinta elementare e insieme agli altri bambini lo accogliemmo alla stazione di Porta Nuova con le bandierine tricolori - ha concluso - per me fu una grande emozione, era la prima volta che vedevo un presidente della Repubblica. Un paio di giorni dopo, in un Corso Agnelli quasi deserto, passò il corteo con Gronchi e la moglie nell'auto, che mi salutarono con la mano. Forse, era un segno premonitore".