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Andrea Giannetti e l'arte di insegnare ai bambini

E' responsabile della scuola calcio Bellaria: "Fare l'istruttore è passione e responsabilità. Ringrazio tutti, è stata la mia ultima stagione qua"

Andrea Giannetti durante il corso al Benfica

Andrea Giannetti ha 35 anni, abita a Bientina e ha un passato, un presente e un futuro che si snoda attorno a un rettangolo verde, quello del campo di calcio.

Giannetti fa l'allenatore, anzi l'istruttore dei bambini. Attualmente è il responsabile della scuola calcio alla Bellaria di Pontedera.

Nelle scorse settimane ha partecipato a un importante stage in Portogallo, al Benfica: "Fa parte del mio progetto di crescita e apprendimento il fatto di conoscere altre situazioni, altri istruttori. Così come il corso Uefa C che ho fatto quattro anni fa".

Giannetti è molto conosciuto in Valdera perché ha giocato a undici in diverse squadre locali come Bientina, Cascine, Bellaria e Santa Croce.

Ha iniziato ad allenare sempre alla Bellaria, poi è andato a Bientina, Montopoli, Peccioli (dove è stato anche responsabile della scuola calcio e del Torino Academy) ed è tornato ancora alla casa madre, la Bellaria.

"L'istruttore è una figura più formativa rispetto all'allenatore, ed è più completa. Lavora su molti più aspetti. Viene chiamato allenatore dalla categoria Giovanissimi (14 anni, ndr)". C'è anche una differenza di compensi, gli allenatori prendono, di solito, rimborsi più alti.

"Insegnare ai ragazzi è una passione. Ho cominciato per gioco, spinto da Piero Vetturi alla Bellaria, poi è diventata una passione sempre più grande. L'obiettivo, ogni anno, è quello di far crescere calcisticamente più bambini possibile, facendoli divertire e sentire a proprio agio. Il punto cardine è riuscire a togliere ai bimbi la paura di sbagliare, quindi dargli la completa libertà in campo. E' anche un insegnamento di vita".

"Certo, ci sono delle regole che si basano sul rispetto, dei compagni, dell'istruttore e degli avversari. L'educazione è più importante della tecnica, che è più importante a sua volta della tattica. Un 15 per cento analitico e 85 per cento situazionale, cioè creo situazioni di gioco che i bambini possano riconoscere". Insomma, non si fa più, come un tempo, muretto a ore.

Una passione che comunque richiede molto tempo: "Lavoro nell'azienda di famiglia che tratta le pelli. Riesco a conciliare lavoro e calcio grazie alla passione, faccio salti mortali per essere presente al campo e stare dietro ai miei ragazzi".

Prima della nuova stagione Giannetti metterà a frutto gli insegnamenti ricevuti in Portogallo. Per il Benfica infatti terrà dei camp estivi a Scarlino, in provincia di Grosseto. 

Poi, dopo tanti anni alla Bellaria, Giannetti è pronto a salutare Il Gruppo Sportivo di Becattini e Vetturi: "Mi sono sempre trovato bene con tutti, come se fosse una famiglia, li ringrazio per questi anni. Ma adesso debbo salutarli, il prossimo anno, con tutta probabilità mi misurerò con un'altra realtà, in un'altra provincia".