Politica

Brini giù dal Carroccio, il commento di Millozzi

Il sindaco uscente usa le parole "grottesco", "cialtroneria" e "sciatteria" per commentare la retromarcia della Lega sulla candidatura di Brini

Simone Millozzi, sindaco di Pontedera

C'è un certo silenzio nel centrodestra pontederese dopo l'annuncio, da parte della Lega, di fare tabula rasa della candidatura a sindaco dell'avvocato Giuseppe Brini (Ufficiale, la Lega scarica Brini), per la frase pronunciata - "Ho una famiglia normale, non ci sono gay" - proprio il giorno della presentazione ufficiale della sua corsa a primo cittadino per il centrodestra di Pontedera, vale a dire appena tre giorni fa.

Così, tra i primi a commentare l'avvenuta retromarcia della Lega è il sindaco Simone Millozzi, che non esita a parlare di "vicenda grottesca".

"La Lega di Pontedera - queste le parole di Millozzi - scarica un candidato che tre giorni fa aveva presentato come il migliore possibile per governare la città. Lo ha fatto sulla scorta di una dichiarazione (davvero!) omofoba nel giorno della presentazione ufficiale in pompa magna alla presenza dei suoi "capi politici" di livello provinciale e regionale. L'assurdità di tutta questa vicenda non solo sta nella cialtroneria con cui si candida, nelle segrete stanze, ad un ruolo così importante una persona che oggi essi stessi certificano di non conoscere nemmeno". 

"Ma l'intera vicenda diventa grottesca in considerazione del fatto che quell'espressione omofoba (che ha giustamente indignato la pubblica opinione e che purtroppo ha portato in negativo Pontedera alla ribalta nazionale) è invece e pure in linea al sottofondo valoriale della Lega e di molti suoi esponenti di spicco (basterebbe scorrere le dichiarazioni del Ministro leghista Fontana sulla sua idea di famiglia e dei gay). Il capolavoro dell'incoerenza diventa assoluto quando la Lega dichiara (virgolettato) che a "differenza di altri partiti, ha il coraggio e la forza per prendere decisioni importanti e complesse" accusando evidentemente gli altri partiti alleati di destra dell'unico merito che hanno in tutta questa faccenda: quello di esser coerenti con la propria indole conservatrice ed omofoba palesata in tutta la sua cruda ma reale consistenza dal candidato prescelto". 

"Comunque vada a finire questo assurdo giro di giostra - conclude Millozzi - sarà difficile per la destra locale nascondere sotto il tappeto degli schiamazzi elettorali la sciatteria dei metodi e la contraddizione dei contenuti offerti alla città".