Cultura

Carla e il suo bambino che sapeva volare

Una raccolta di 9 favole più una: "Il bambino che sapeva volare" di Falchetti, dedicato al marito Stefano, è un invito alla lettura senza limiti d'età

L'autrice Carla Falchetticla

Dieci favole con un filo conduttore e una dedica speciale a chi, quelle favole, le ha viste nascere. Carla Falchetti, santamariammontese ma ormai adottata da Pontedera, dopo anni di lavoro al Patronato Acli, ha pubblicato così il suo "Il bambino che sapeva volare" (Pacini Editore), che oggi, giovedì 30 Marzo alle 17, presenterà alla biblioteca comunale "Giovanni Gronchi".

Un incontro a cura della Biblioteca dei ragazzi al quale, oltre all'autrice, parteciperà anche Ilaria Bracci, con letture per bambini e bambine.

"È il primo libro che pubblico ed è molto importante per me - ha detto - è una raccolta di dieci favole con una morale, rivolte sia ai grandi, sia ai più piccoli: l'idea, infatti, è quella di far leggere la storia agli adulti, in modo da parlarne poi con i bambini".

Le favole all'interno del libro sono nate quasi per caso. Sicuramente la prima, scritta da Carla al termine di una vacanza estiva. "Ho aperto un quaderno ancora bianco e ho cominciato a scrivere - ha ricordato - quindi l'ho fatta leggere a mio marito, Stefano, che si è emozionato e non ha mai smesso di incoraggiarmi a continuare, fino a quando è scomparso".

Proprio nel ricordo di Stefano, infatti, è stata scritta l'ultima favola, dopo che le altre nove erano state scritte in nove giorni. "Il libro era pronto nel 2020, ma poi abbiamo cambiato tutto, anche il titolo - ha spiegato - che è poi quello dell'ultima favola, dedicata a mio marito".

Il filo conduttore, però, non è cambiato. "È un sentimento che non si manifesta solo con un abbraccio o con un bacio, ma può essere anche un unguento per curare le ferite, una musica per riempire un silenzio - ha aggiunto - senza amore, la vita non ha senso: è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del bambino".

Oltre ai testi, Carla ha curato anche le illustrazioni. "Non sono una professionista, né una pittrice - ha concluso - ma con questi acquerelli volevo dare ancora più espressività alle mie sensazioni: credo rivelino tutta l'essenza delle favole stesse".