Attualità

Commemorazione dei caduti di Nassirya

Oggi, sedici anni fa, ci fu l'attentato che strappò alla vita 28 persone, 19 italiane e 9 irachene. Franconi: "Evento drammatico"

Questa mattina il sindaco di Pontedera Matteo Franconi, alla presenza delle autorità civili e militari, nella piazza Caduti di Nassiriya ha presenziato alla commemorazione degli italiani deceduti nell’attentato di Nassyria del 12 novembre 2003. L'attentato causò la morte di 29 persone, 19 italiane e 9 irachene.

Il discorso del sindaco

Cari concittadini, cari rappresentanti delle forze dell’ordine,

anche quest’anno celebriamo insieme, qui a Pontedera, un evento tanto recente quanto drammatico della storia del nostro Paese. Sedici anni fa, la mattina del 12 novembre 2003, nella città di Nassirya, in Iraq, una violenta esplosione squarciò la base italiana nell’attentato più grave subito dai nostri contingenti schierati nelle missioni di pacificazione, condotte in tante aree di crisi e contro il terrorismo transnazionale A seguito dell’attentato morirono 19 italiani, militari e civili, e 9 iracheni (tra cui i due autori dell’attentato). A Pontedera, insieme alla sezione di Pontedera dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, abbiamo voluto ricordare questa triste pagina dedicando questo luogo alla memoria di quegli uomini e non dimenticando, ogni anno, di celebrarne la memoria e ricordando, uno ad uno, i nomi delle vittime:

Questa commemorazione ci serve anche per dedicare un pensiero di riconoscenza ed un ringraziamento ai militari ed ai civili che, a rischio della propria incolumità, fronteggiano molteplici e diversificate minacce in tante travagliate regioni del mondo: essi sono l’espressione di un impegno della comunità internazionale che vede il nostro Paese credere fermamente nella necessità di uno sforzo unitario per la sicurezza e la stabilità, per l’affermazione dei diritti dell’uomo, per la pacificazione delle aree di crisi e per sconfiggere il terrorismo consentendo alle popolazioni oppresse un orizzonte di speranza

Lo facciamo a pochi giorni di distanza da un nuovo vigliacco attentato che ha coinvolto i nostri militari in Iraq: per fortuna i nostri soldati non sono in pericolo di vita sebbene alcuni abbiano riportato gravissime lesioni. Nel seguire l’evoluzione delle loro condizioni con apprensione rivolgiamo loro, alle famiglie di ciascuno ed ai loro colleghi la nostra solidarietà: siamo accanto e dobbiamo continuare ad esserlo a tutti coloro che a vario titolo sono impegnati nel nome dell’Italia in numerose missioni internazionali, in cui operano con professionalità e competenza unanimemente riconosciute