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"La casa per molte donne non è un posto sicuro"

Emergenza Coronavirus, l'associazione Eunice ha spiegato che da quando sono in vigore le restrizioni una decina di donne ha chiesto aiuto

Le restrizioni decise dal Governo per limitare la diffusione del Coronavirus obbligano migliaia di donne a stare in casa con uomini violenti, alcuni fisicamente, altri solo verbalmente.

Un incubo già in situazioni normali, a maggior ragione adesso che uscire non è così facile: "E' bene sottolineare che le donne possono uscire per sporgere denuncia presso le autorità competenti" hanno esordito dall'associazione Eunice, che da anni opera in Valdera aiutando le donne vittime di violenza. 

L'associazione è stata raggiunta da QUInews Valdera per fare un punto sulla situazione difficile che molte donne si trovano a vivere nel nostro territorio: "Questo periodo di emergenza ed isolamento sociale sta creando molti disagi a tutti noi. Dobbiamo restare a casa, per il nostro bene e per la salute dei più deboli. Tuttavia, la casa e la famiglia per molte donne non sono il posto più sicuro dove rifugiarsi".

"Ovviamente - hanno ripreso - per le donne che già vivono situazioni di marginalità e violenza domestica questo periodo di convivenza forzata può costituire una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere in ogni momento. Per questo la nostra Associazione e tutte le associazioni e Centri Antiviolenza presenti sul territorio continuano a rimanere disponibili telefonicamente (al 1522) e attraverso i vari social network per le donne che ne hanno bisogno".

Nel concreto "dall’inizio dell’emergenza Eunice è stata contattata da una decina di donne che richiedono supporto psicologico. È importante che queste donne si sentano comunque supportate ed, in ogni caso, è bene sottolineare che possono uscire per sporgere denuncia presso le autorità competenti".

"Inoltre - hanno concluso - ci preme sottolineare l’importante iniziativa #leirestaacasa, che ha come scopo quella di permettere alle donne vittime di violenza ed ai loro figli di rimanere presso il proprio domicilio in caso di una situazione di pericolo e di allontanare, invece, il maltrattante. Questo per non creare ancora più disagio alla donna, che già isolata, dovrebbe essere ricollocata in un nuovo ambiente. Tale iniziativa prende spunto da una recente decisione del Tribunale di Trento. Come già avete avuto occasione di scrivere la nostra Associazione è tra le firmatarie di una lettera indirizzata alla Procura e al Prefetto di Pisa affinché sul territorio si adottino provvedimenti analoghi".