Attualità

Covid, Spagnola, nuovi nati e nomi patriottici

Parliamo di pandemia ma anche delle coppie prolifiche che oggi hanno diritto al bonus bebè ma senza un premio aggiuntivo per un nome patriottico

I contagi calano in Europa e in Italia, anche se molto a rilento. E si pensa che in questi primi mesi del 2022 la scomparsa dei contagi avverrà intorno a fine marzo, come era già era successo nei primi due anni di pandemia, quando il primo anno non c'erano i vaccini.

Cento anni fa, all'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu lanciata per prima dai giornali spagnoli che erano rimasti fuori dalla prima guerra mondiale. E la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra. Mentre gli altri Paesi riuscirono a nascondere la malattia tramite i mezzi d'informazione, "che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna".

Ora la situazione è molto migliorata per la presenza dei vaccini, ma siamo ancora abbastanza lontani, mentre in Valdera gli ultimi casi covid sono stati segnalati in circa 250 al giorno. Ma a quanto si dice, entro una settimana potranno-potrebbero riaprire i luoghi di ballo. Vediamo cosa succederà.

Parliamo anche d'altro. Abbiamo infatti scelto di segnalare le coppie prolifiche che attualmente hanno avuto diritto ai bonus bebè. La famiglia Anania di Catanzaro, a esempio, ha 16 figli. "Siamo solo cattolici - hanno dichiarato marito e moglie - che vogliono fare la volontà di Dio". E l'ultima dei nati è Paola.

Nell'Italia fascista, per ricordare il passato, venivano premiati con medaglie e ricompense economiche le madri di almeno 7 figli, viventi o caduti in guerra o per causa nazionale. E nel 1943 il numero fu ridotto a 6 per le vedove di guerra.

La ricompensa fu fissata in 5 lire per ogni figlio e, ecco la novità: "la cifra saliva a 15 lire se il figlio veniva chiamato con nomi patriottici come Benito - Mussolini era ovviamente in testa - Italo, Vittorio, Emanuele, Amedeo, Maria, Italia, Umberto e simili.

Tutti nomi importanti ma che divennero imbarazzanti per le famiglie a fine guerra perché non c'era più il fascismo.