Attualità

Eutanasia, da Seneca a Dj Fabo

Ospitiamo gli interventi di 3 studenti del villaggio scolastico sul caso di Fabiano Antoniani, tetraplegico dal 2014. Per morire è andato in Svizzera

Fabiano Antoniani, Dj Fabo

Gli studenti del villaggio scolastico di Pontedera da qualche settimana scrivono e pubblicano articoli su Qui Nos, quotidiano on line degli istituti superiori di Pontedera (nato dall'Itis Marconi) 

Ospitiamo il primo di tre interventi degli studenti dell'Itis sul caso di Dj Fabo, l'uomo di 40 anni che dopo essere rimasto tetraplegico nel 2014 ha chiesto allo stato italiano una legge per poter usufruire dell'eutanasia. Fabiano Antoniani ha poi deciso di andare a morire in Svizzera, in una clinica a pagamento dove il suicidio assistito viene praticato nei casi di malattie gravi e non recuperabili.

Il primo intervento che pubblichiamo è di Mattia Petrucci della IV A del liceo scientifico XXV Aprile. Eccolo:

Cum historia docet?

Il filo che unisce Seneca a DJ Fabo.

Il 27 febbraio Fabiano Antoniani, conosciuto come DJ Fabo, è arrivato in una clinica svizzera. Nel suo testamento morale Fabiano parla delle sofferenze che ha dovuto sopportare dal giorno del fatidico incidente che lo aveva reso cieco e tetraplegico e del perché della sua decisione. Il caso del 40enne milanese non è frutto della modernità. Già in epoca babilonese, in determinati casi, vi erano stati casi di suicidio assistito e così pure nel periodo pre-cristiano, con l’epicureismo e, soprattutto con lo stoicismo, di cui le cronache del tempo ricordano la morte di Seneca.

La legislazione italiana non prevede l'eutanasia come mezzo per interrompere le proprie sofferenze e la classifica come suicidio assistito, punibile fino a 12 anni di reclusione per “l'assistente”. In alcuni stati, fra cui la Svizzera, questa pratica è accettata. Dopo la morte di Fabiano il dibattito si è riacceso in Italia e nel nostro Parlamento si sta pensando a una legge, grazie anche all'appello di parte dei medici.