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Dalle feste al virus a Dante

Quando si festeggiò sul Piazzone il primo capodanno pontederese, il mondo era un altro. Ma il nemico era in agguato mentre la Divina Commedia ci può dare una speranza.

Se il primo caso di Coronavirus in Cina è stato il 18 gennaio, un po' tutti gli studiosi di questa maledetta pandemia sono concordi nel retrodatare di qualche settimana la presenza già attiva a Wuhan della Polmonite cinese, Nuova Sars o Polmonite Wuhan. Mentre sul Piazzone della nostra Pontedera festeggiavamo con Patty Pravo e company il primo capodanno all'aperto.

Da allora e fino al 7 marzo, tre giorni prima del decreto quarantena, Pontedera ha portato per la seconda volta al festival di Sanremo una serie di prodotti locali da offrire ai cantanti, ovviamente per farsi pubblicità, e ha salvato il tradizionale Carnevale, in pericolo di sospensione, sostituendo i carri con un inedito funerale munito di bara dove era sdraiato uno dei personaggi più simpatici della città, Eugenio Leone. Che proprio il sabato 7 marzo ha poi organizzato l'ultima festa prima del dramma e stavolta dedicata al Decamerone di Giovanni Boccaccio.

L'idea fu di indossare personaggi rinascimentali e recitare e offrire ai passanti del Corso le 100 novelle boccaccesche recitate dalle sette ragazze e tre ragazzi fuggiti in campagna per evitare la peste, che a Firenze fece 100 mila vittime. Sul Corso, quel sabato, ancora un po' di gente c'era, ora i passanti si contano sulle dita mentre le forze dell'ordine li controllano. Nel programma, per la verità, c'era anche un'iniziativa dedicata al Sommo Poeta di cui l'anno prossimo, il 14 settembre, ricorrerà il 700° della morte a Ravenna. Era stato studiato un programma che avrebbe visto il Corso addobbato, ma il decreto-quarantena buttò tutto all'aria. E da allora, purtroppo, si parla di tutt'altro.
Ma c'è un ma. Proprio quattro giorni or sono, fra il 7 e l' 8 aprile del 1300, Dante Alighieri avrebbe dato inizio al suo cammino nell'oltretomba con i versi molto famosi:
"Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai in una selva oscuraché la diritta via era smarrita"
Si dirà: cosa c'entra La Divina Commedia col Coronavirus? Poco, ma bisogna attaccarsi a tutto. L'Italia e il mondo intero sono come Dante che visita l'inferno, il purgatorio e il paradiso per tornare a veder le stelle. Ora siamo nell'inferno, la fase tragica del morbo, dei morti e della crisi economica. Poi, speriamo a maggio, il purgatorio avrà ancora contagi e vittime ma in netto calo, quindi spunterà il paradiso, l'estate. Giugno, Luglio, Agosto... con, speriamo, la prima sconfitta del virus che riaprirà la vita più o meno normale.

E potremo festeggiare con Dante "l' amor che move il sole e l'altre stelle".