Spettacoli

L'eredità di De Filippo al teatro Era

Sabato e domenica debutta sul palco della città lo spettacolo "Tavola tavola, chiodo chiodo...". Protagonista sarà Lino Musella, promessa del teatro

Lino Musella durante lo spettacolo

Prosegue il cartellone del teatro Era di Pontedera. Sabato 11 Dicembre alle 21 e domenica 12 Dicembre alle 17 debutta lo spettacolo Tavola tavola, chiodo chiodo..., una nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella, autentico talento della scena e tra i più apprezzati della sua generazione, oltre che vincitore, nel 2019, del Premio Ubu come migliore attore.

A dare il via a questo nuovo progetto sono state le riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti. “In questo tempo mi è capitato di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai – scrive Musella nelle sue note – è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche, condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.

Tommaso De Filippo, impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia, ha appoggiato Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo, volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena.

L’attore dà dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle istituzioni, al discorso al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del teatro San Ferdinando. Ad affiancarlo in scena, il maestro Marco Vidino, che esegue dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.

Lino Musella

Lino Musella


Tavola tavola, chiodo chiodo… sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43 - ha concluso Musella - faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole, che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua".

"Questo grande artista è costantemente impegnato a fare muro per smuovere la politica e le istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo - ha concluso - ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.