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Fiom Piaggio, "No agli ammortizzatori per i profitti"

Il sindacato respinge la proposta di contratto di solidarietà: "Ricollocare i lavoratori, non si usino gli ammortizzatori per fermare la produzione"

L'ingresso dello stabilimento di Pontedera

La prospettiva del fermo produttivo del reparto Veicolo commerciali per introdurre sistemi Adas, previsti dalle direttive europee, agita la Fiom Cgil e i delegati Fiom di Piaggio.

"Un fermo che si annuncia di almeno 5 mesi e che, con tutta probabilità, può attribuirsi anche a un ritardo di sviluppo - hanno spiegato dal sindacato - per farvi fronte è stato proposto dall’azienda il contratto di solidarietà, senza tenere in debito conto le richieste fatte dai delegati: ampie ricollocazioni dei lavoratori in altri reparti attualmente a pieno regime, come quello Due ruote, limitazione della percentuale di riduzione d’orario e maturazione dei ratei anche nei periodi di solidarietà".

La decisione che, per Fiom, stride con quello che è l'attuale stato dei bilanci dell'azienda, che registra record su record. "Dal nostro punto di vista, ci sono due criticità da sottolineare - hanno proseguito - serve coinvolgere nelle decisioni le lavoratrici e i lavoratori: bisogna ritornare a fare le assemblee in Piaggio, perché è fondamentale la partecipazione diretta. Quindi, riteniamo che il ricorso all’ammortizzatore sociale non sia servito a scongiurare esuberi, come qualcuno strumentalmente cerca di far credere".

"Pensiamo che sia una necessità soprattutto aziendale quella di avere a disposizione, nel prossimo quinquennio, un periodo di ammortizzatori sociali più ampio rispetto ai 24 mesi della cassa integrazione - hanno aggiunto dalla Fiom - inoltre, da un punto di vista economico, dopo le ultime modifiche normative, la solidarietà ormai non determina miglioramenti di rilievo rispetto alla cassa integrazione. Il rischio concreto, nei prossimi anni, è che la Piaggio voglia continuare a utilizzare sistematicamente gli ammortizzatori sociali per fermare le produzioni in parti sempre più consistenti dell’anno, nell’ottica anche di recuperare margini economici di bilancio".

Per il sindacato, al contrario, è necessario pensare ad altro. "Per esempio, i piani di investimento, in tecnologie e soprattutto in nuovi prodotti, per gli stabilimenti di Pontedera, anche alla luce del fatto che da tempo si investe poco in manutenzione ordinaria degli impianti - hanno concluso - scelta che determina un peggioramento dell’attività lavorativa quotidiana. Se la strategia aziendale è quella di aumentare i profitti anche attraverso un massiccio uso di ammortizzatori sociali, la Fiom Cgil è e sarà sempre in prima linea per difendere il salario e le prospettive future delle lavoratrici e dei lavoratori".