Politica

Folla e applausi per la sede e la Ceccardi

Circa 250 persone hanno festeggiato e applaudito la sede della Lega mentre la sindaca di Cascina ha parlato in piedi su una sedia

Susanna Ceccardi parla ai leghisti in piedi su una sedia

Dalle duecento alle duecentocinquanta persone hanno festeggiato l'apertura della sede della Lega in via Leopardi e hanno applaudito più volte Susanna Ceccardi che prima di tagliare il nastro ha parlato alla folla che ostruiva la strada, poi chiusa al traffico dalle autorità.

Fra i presenti molti pontederesi e molte donne, ma con presenze anche dal circondario. Mentre gli ospiti d'onore erano il sindaco di Pisa, Michele Conti, gli onorevoli Edoardo Ziello e Donatella Legnaioli e altri, compreso il consigliere regionale Roberto Salvini. Il Salvini... di casa nostra, dato che il ministro non ha potuto neanche inviare il previsto video messaggio per un problema di Hi-fi. A organizzare il tutto, Daniele Baroni, pontederese e segretario della Lega.

Molti presenti hanno dovuto aspettare fuori il loro turno per visitare la sede e partecipare al taglio della torta e al rinfresco, mentre Susanna Ceccardi è salita su una seggiola per il suo comizio - ma si può ancora parlare di comizio? - prima del taglio del nastro.

"Mi hanno scritto in tanti pontederesi - ha esordito la sindaca di Cascina - per chiedermi di aiutare la loro e vostra città a liberarsi dal suo settantennale sistema. E a loro e a tutti coloro che sperano in un cambiamento posso assicurare che stiamo lavorando sodo sia per valorizzare questa bella sede lasciata dal Pd dopo esser diventato più magro, sia per formare una squadra di centrodestra valida e fatta di uomini semplici e al tempo stesso competenti e decisi". 

"E' finito il tempo delle ideologie - ha aggiunto la sindaca e segretaria regionale della Lega - e se anche fra voi c'è chi ha votato comunista, o magari è figlio o nipote di comunisti, ora può votare tranquillamente per la Lega".

"Ribadiamo che per quanto riguarda l'assistenza, le case popolari e altri settori - ha concluso Ceccardi - devono essere per prima gli italiani a usufruirne. E credo, ad esempio, che anche i comunisti che mezzo secolo fa ebbero una casa popolare si rivolterebbero nella tomba se sapessero che ora quasi tutte sono occupate da gente che viene da molto lontano magari lasciando la casa che possiedono in Africa".