Attualità

Fondazione Gruppo Lupi, cultura per il lavoro in sicurezza

Dall'azienda alla realtà che tramite progetti e sinergie con scuole ed enti pubblici si occuperà a 360 gradi di diffondere la cultura della sicurezza

Da sinistra: Martinelli, D'Arrigo, Giacomo Gronchi, Margherita Gronchi, Damiano Carli, Lattanzi e Benedetta Gronchi

Promozione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, anche attraverso le scuole, le associazioni del Terzo settore e le istituzioni pubbliche, sensibilizzazione e diffusione di buone pratiche. Con l'obiettivo, ribadito da tutti, di voler rimettere la persona al centro del lavoro.

È ambizioso il progetto della Fondazione Gruppo Lupinata ufficialmente poco più di un mese fa e che oggi, nella Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, si è presentata al pubblico. "Per la nostra azienda è sì un momento storico, ma un esito quasi naturale del nostro modo di fare lavorare - ha detto Giacomo Gronchi, amministratore delegato - siamo imprenditori, ma abbiamo un occhio sempre rivolto al territorio e al sociale. È una sensibilità cresciuta con noi e che, grazie alla Fondazione, riusciremo a veicolare".

"La Fondazione servirà proprio a questo: creare sinergie con scuole, associazioni ed enti pubblici - ha aggiunto - vogliamo portare avanti l'idea di una cultura della sicurezza, con l'obiettivo di arrivare al traguardo infortuni zero, per evitare che non accada più quanto accaduto anche oggi nelle cave di Carrara. Un impegno che la Fondazione custodirà a tempo indeterminato".

La sede di viale Africa del Gruppo Lupi

La presentazione della Fondazione

A presiedere la Fondazione è Emanuele D'Arrigo, responsabile delle risorse umane per il Gruppo Lupi, coadiuvato nel Consiglio di amministrazione da Pietro Gronchi, Benedetta Gronchi, Margherita Gronchi e dall'avvocato Alessandra Lattanzi.

"Dobbiamo costruirci un profilo di credibilità, dando concretezza alle nostre progettualità - ha commentato D'Arrigo - siamo persone d'impresa e sappiamo bene come una delle prime cose che dovremo fare è apprendere e capire per muoverci al meglio nell'ambito del sociale. Siamo chiamati ad attuare progetti di sensibilizzazione, di costruzione di una cultura della sicurezza e di prevenzione".

A completare la squadra della Fondazione ci sono Damiano Carli, come segretario generale, l'avvocato Valerio Martinelli, direttore scientifico, e Giuseppe Bonanni, revisore. "Ci faremo carico dei progetti che il Gruppo Lupi ha già avviato in passato - ha detto Carli - tra questi vi sono la promozione dell'arte, il coinvolgimento dei giovani, l'educazione alla sicurezza stradale, con particolare riferimento ai monopattini, ma anche la formazione sull'uso degli estintori a scuola, la sensibilizzazione sulla sicurezza civile di fronte ai cambiamenti climatici e, infine, il premio di laurea intitolato a Matteo Gronchi, scomparso prematuramente nel 2007".

Un momento della presentazione

L'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto con Gronchi

"Parte importante del lavoro del Comitato scientifico sarà anche la collaborazione con le Università italiane - ha specificato Martinelli - con il tempo, vogliamo che il nostro apporto cresca in termini di discipline e di istituzioni coinvolte. Il nostro impegno è quello di voler governare la sicurezza sul lavoro: personalmente, ho accettato la sfida e, credo, che la Fondazione nasca in un terreno fertile, dove possiamo contribuire con valori e contenuti, ricordandoci sempre di mettere la persona umana al centro".

Alla presentazione hanno partecipato anche il sindaco Matteo Franconi e Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa. "Purtroppo i fatti di cronaca ci dicono che sulla consapevolezza dobbiamo ancora investire e lavorare - ha detto il primo cittadino - per questo ringrazio il Gruppo Lupi, per essersi messo a disposizione e per l'investimento fatto. L'augurio è che quella casella arrivi allo zero il prima possibile".

"Quando si parla di sicurezza dobbiamo saper ascoltare e imparare - ha concluso l'arcivescovo Benotto - questa Fondazione è uno strumento importante per dare corpo a questa attenzione. Oggi, purtroppo, non c'è più cultura del rispetto, di sé e degli altri, anche per questo accadono determinati incidenti".