Attualità

Garibaldi e il "piazzone"

L'eroe dei due mondi parlò al popolo pontederese di prima mattina per cercare sostegni e volontari per la seconda spedizione a Roma

Mentre in quasi tutta l'Italia Garibaldi è ricordato con strade e piazze a lui dedicate, soltanto pochi hanno monumenti e o lapidi celebrativi. Nella nostra zona, luglio del 1867, l'eroe dei due mondi fu 'toccato' ufficialmente da Pontedera, Bientina e Buti. 

Garibaldi fu infatti ospitato per una quindicina di giorni in una casa nobiliare di Bientina e da li toccò le già ricordate zone. A cominciare, appunto da Pontedera dove Garibaldi parlò di prima mattina sul piazzone per cercare volontari e aiuti, morali e pratici, per la sua seconda e fallita spedizione su Roma.

Sul Piazzone, Garibaldi è tuttora ricordato con una lapide sopra l'attuale Bar Giannini - un bar storico (1600) con quattro secoli di presenza - e quella mattina che arrivò in città fu ospitato dal pastaio Paoletti, il cui figlio andò a combattere per Roma. Dalla finestra parlò al popolo, ripartendo poi per fare bagni refrigeranti circa un'ora dopo.

A Bientina la lapide a Garibaldi è in via Dante dove nel palazzo Taddei soggiornò l'eroe, e a Buti è nella piazza centrale intitolata proprio all'eroe dei due mondi che tenne un comizio dalla finestra del comune dicendo però ai popolani che lo ascoltavano di tornare subito a casa. "Visto che era il momento di pranzare anche perché il sole era troppo forte".

Da Caprera Garibaldi mandò poi a Pontedera - dove era stato in segreto per rompere con la giovane donna che aveva sposato e subito ripudiato - un cesto d'aragoste ai carabinieri pontederesi per ringraziarli per i 'i servigi' resegli durante la visita in terra pisana. Lettera che è al museo dell'Arma dei carabinieri cin un quadri anche nella caserma di via Lotti.

E il diciottenne Leonardo Bettini e il ventunenne Pietro Magnani portarono i loro nomi e la loro Pontedera nel Risorgimento partecipando poi alla famosa battaglia di Curtatone e Montanara, uno degli episodi della prima guerra di indipendenza del 1848. Partirono volontari con battaglione universitario pisano ed entrambi poterono tornare a casa. ,