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Granata, maledetti rigori

Per la terza volta in 7 anni consecutivi di professionismo il dischetto è stato fatale. Domani a Coverciano contro i calciatori disoccuppati

La maledizione dei rigori dopo i supplementari cominciò sei anni fa a Lecce dove il Pontedera di Arrighini, Grassi, Caponi, Vettori e via di seguito, fu esclusa dal proseguo dei play off per un "cucchiaio" calciato (male) come nono rigore dal giovane terzino Pastore. 

I calci di rigore sono poi stati fatali l'anno scorso con l'Alessandria, semifinali Coppa di serie C e domenica scorsa a Terni nel debutto della Coppa Italia Tim, quella che può portare molto lontano anche una squadra della terza serie professionistica.

Maledetti rigori, dunque, perché l'anno di Lecce vedeva nel finale di campionato i granata nelle vesti di squadra più in forma, tanto che lo stesso allenatore leccese dichiarò in conferenza stampa che la squadra allora di Indiani avrebbe meritato di vincere. 

L'Alessandria era invece più forte del Pontedera ma in Coppa non c'era molta differenza, mentre a Terni, formazione con un organico da B, il Pontedera ha sofferto un po' anche perché meno allenata, segnando però per prima, poi subendo il pareggio e infine sbagliano due tiri sui 5 dal dischetto. 

Ora il Pontedera giocherà la Coppa di serie C. Mercoledì alle 17, invece, nuova partita, stavolta amichevole quanto tradizionale. Si gioca infatti contro una delle formazioni dei cosiddetti disoccupati, ovvero i giocatori, di tutte le categorie professionistiche, ancora senza contratto e che hanno scelto di allenarsi della casa madre del calcio italiano. 

Quella dove il 6 aprile del 1994 i granata batterono la nazionale di Sacchi (che poi perse ai rigori il mondiale americano, maledetti rigori l'ultimo sbagliato da Baggio) con un gol di Aglietti e uno di Matteo Rossi, ora vice allenatore granata.