Attualità

I "nostri" giornalisti

Circa 15 professionisti della comunicazione operano a Pontedera in tre redazione sul totale dei circa 120 mila operanti in Italia.

Pare che i giornalisti italiani siano arrivati intorno a quota 120 mila, uno ogni 550 cittadini dello stivale. Mentre i giornalisti professionisti operanti a Pontedera nella carta stampata - La Nazione e Il Tirreno - e giornali on line ed agenzie - QUInews e ToscanaMedia -  sono una quindicina. 

Per giornalista professionista si intende chi ha dato gli esami previsti dall'ordine e svolge questo lavoro a tempo pieno, mentre non sono quasi mai professionisti i collaboratori, pur molto importanti per questa attività, che nella maggior parte svolgono anche altri lavori. Un'altra categoria è quella dei contrattisti a termine, alcuni dei quali con tessera professionale in tasca. 

Il giornalismo professionale a Pontedera cominciò quasi mezzo secolo fa, nei primi anni '70, con l'apertura della redazione de La Nazione, allora sul lato nord del piazzone. E chi scrive fu il primo giornalista professionale di Pontedera (anche se nato ad Alica di Palaia) operante in città. Fino ad allora i giornalisti pontederesi corrispondenti -  allora si diceva così - di vari giornali erano infatti, e per così dire, dilettanti anche se "mitici". 

Orazio Pettinelli de La Nazione era un commerciante, Angiolino Susini de Il Mattino di Firenze era assicuratore dopo esser stato dipendente comunale, il fratello Alfio Susini corrispondente de Il Telegrafo (ora Il Tirreno) era il responsabile dell'economato comunale, Luigi Doveri de Il Telegrafo (ora Il Tirreno) un dipendente pubblico, Ivo Ferrucci, corrispondente de L'Unità e collaboratore di vari giornali, era dirigente del patronato scolastico. 

Tutti loro operavano, scrivevano e inviavano (per posta "fuorisacco" e per telefono) gli articoli dai loro uffici o abitazioni. Ma c'erano anche i pontederesi emigrati per fare i giornalisti. Il più famoso di tutti resta Lando Ferretti, pontederese puro sangue, fondatore nel 1912 del Pontedera calcio, direttore di giornali di cultura e sport, poi capo ufficio stampa di Mussolini e, dopo la guerra, deputato del Msi. 

Anche Rina Cioni, con famiglia proprietaria di un negozio di alimentari in piazza Trieste, diventò giornalista a Roma, prima donna con tessera, per operare nell' Agenzia Stefani (ora Ansa). Seguì fino all'ultimo, e fino al carcere, le sorti di Mussolini e della Repubblica Sociale e poi, scarcerata, fondò in Venezuela un giornale per italiani. Come Ferretti anche Rina è sepolta a Pontedera. 

Fausto Pettinelli, nipote di Orazio, diventò un importante giornalista. Radiofonico, televisivo e infine giornalista parlamentare addetto a Montecitorio. E diventò giornalista e saggista a Milano anche Giancarlo Ferretti, della famiglia con cartoleria in via della Misericordia. Ma forse dimentichiamo qualcun altro.