Politica

Il cambio di passo di Sonetti fa discutere

L'uscita del segretario provinciale Pd ha generato malumori più o meno celati. Spunta un post molto critico del segretario pontederese del Pd Tognetti

Millozzi e Sonetti

Il segretario del Partito democratico di Pisa Massimiliano Sonetti ha cominciato a parlare del dopo Simone Millozzi, il cui secondo mandato scadrà nel 2019. Lo ha fatto durante una riunione di qualche giorno fa.

Nel comunicato emesso da Sonetti ha destato particolari reazioni la questione del "cambio di passo" emerso come necessità, secondo il segretari provinciale, per il Pd pontederese "per tornare ad essere perno centrale della vita politica di supporto e stimolo per la maggioranza che governa la città. Nel 2019 Pontedera andrà al voto per la scelta del Sindaco e il Pd, così come tutto il centrosinistra, dovrà farsi trovare pronto".

Il segretario del Pd di Pontedera Fabio Roberto Tognetti ha pubblicato un post (poi cancellato) in cui ribatteva che "i cambi di passo si fanno quando le cose vanno male, quando si vuole risolvere un problema in maniera radicale". Tognetti ha poi scritto che si sarebbe potuto chiedere "uno sforzo maggiore" o "un maggior coinvolgimento" prima di concludere polemicamente dicendo che "l'italiano è una lingua difficile, che ha mille sfumature, sapere usare non è sempre facile e spesso ci si può inciampare".

I beni informati dicono che Tognetti ha preso malissimo l'intervento di Sonetti e che abbia pensato seriamente a fare un passo indietro e a rimettere il suo mandato di segretario. Anche altri esponenti politici non vicini a Sonetti e Mazzeo, pur non commentando pubblicamente, hanno però espresso malumore. 

Millozzi ha ottenuto il 55 per cento alle elezioni del 2009 e cinque anni dopo ha visto crescere il proprio consenso fino al 60 per cento. In entrambi i casi ha preso oltre 8800 voti.

Il "cambio di passo" richiesto da Sonetti è, per questo motivo, sembrato strano e audace. Lo stesso Sonetti è stato infatti vicesindaco di Pontedera dal 2009 al 2014 ed alcuni avrebbero auspicato un invito "alla continuità" nel solco tracciato da Rossi prima, Marconcini poi e Millozzi adesso.