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Il gruppo 'Liberi dai fanghi' vuole una moratoria

Si riferiscono allo spandimento dei fanghi nei campi agricoli. Macelloni due giorni fa ha chiesto alla Regione di rivedere la normativa

Il gruppo Liberi dai fanghi è composto da Chiodo fisso, Eliantus, Orizzonte comune, Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera, Legambiente Valdera, Libera, Medicina Democratica, Slow Food Valdera, TAT movimento tutela ambiente e territorio Montefoscoli e WWF alta Toscana. 

Il gruppo ha denunciato "la sostanziale incompatibilità di questa pratica con la tutela della salute pubblica". 

Le indagini condotte fin dal 2013 dalla procura di Firenze hanno recentemente evidenziato, nei fanghi analizzati, la presenza di un quantitativo di idrocarburi trenta volte sopra il limite stabilito. Accanto a questi dati quelli resi noti dal Comune di Peccioli che ha commissionato a un laboratorio l'analisi dei terreni sotto inchiesta. L'esito è che quei territori pecciolesi sono puliti. Macelloni due giorni fa ha chiesto alla Regione di rivedere la normativa sullo spandimento dei fanghi. 

"Le procedure autorizzative - hanno proseguito dal gruppo Liberi dai fanghi - sono, di fatto, incardinate su un presupposto di onestà e correttezza da parte delle aziende titolate agli spandimenti: sono queste aziende che periodicamente prelevano un campione di fanghi dai depuratori e lo trasportano al laboratorio da loro scelto, per farlo analizzare a proprie spese; sono i rappresentanti di queste aziende che attestano la provenienza del materiale sottoposto ad analisi (molti dei rapporti redatti dai laboratori di analisi che abbiamo potuto visionare iniziano infatti con una nota in cui il laboratorio dichiara di non conoscere la provenienza dei campioni); sono infine le stesse aziende che, ritirato l’esito delle analisi, lo presentano al dirigente incaricato di concedere le autorizzazioni allo spandimento". 

"Che una pratica così delicata e rischiosa, sotto il profilo dell’inquinamento ambientale e della salute umana, possa essere affidata a dei privati sulla base di una procedura di sostanziale autocertificazione è, a nostro avviso, un fatto inaccettabile". 

Liberi dai fanghi - hanno concluso - si rivolge dunque ai sindaci in quanto responsabili della salute pubblica dei propri concittadini, segnalando che non possono ignorare i rischi insiti in una pratica che da molto tempo si svolge sotto i loro occhi senza le dovute garanzie, concepita e attuata nelle forme del diritto privato ma di fondamentale rilevanza pubblica. Si rivolge inoltre alle autorità regionali, titolari del processo legislativo in materia, affinché prendano atto della sostanziale impossibilità di conciliare questo tipo di pratica con l’esigenza primaria di garantire il rispetto dell’ambiente e tutelare la salute dei cittadini. A tutti chiediamo, nell’ambito delle proprie competenze, di adoperarsi per l’applicazione di una moratoria regionale agli spandimenti di fanghi da depurazione in agricoltura".