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Il Piano operativo libera 180 ettari dal cemento

Ok dal Consiglio comunale: adesso si aspettano le osservazioni fino al 30 Settembre. Dalla rigenerazione alla novità del truck park: ecco cosa prevede

Il sindaco Matteo Franconi

L'iter è ancora lungo: il passaggio nella seduta del Consiglio comunale, che ha dato il suo ok con l'astensione di Fratelli d'Italia e la contrarietà di Pontedera A Sinistra, segna però il primo, importante giro di boa per il Piano operativo comunale. Ovvero, quell'insieme di regole che tracciano la trasformazione futura di Pontedera, tra rigenerazione e forestazione urbana e nuove opere.

Sono questi gli assi lungo cui si è mossa l'amministrazione del sindaco Matteo Franconi, che ha puntato sulla riduzione del consumo di suolo, sul recupero del patrimonio edilizio esistente e sulla tutela del sistema ambientale.

Principi che hanno ispirato un procedimento cominciato formalmente ad Agosto di tre anni fa, per passare poi nell'estate del 2023 al percorso partecipativo tra Consulte di quartiere e frazioni. In questo periodo, che arriva a oggi, sono stati raccolti 182 contributi, integrati o esclusi dal Piano stesso, integralmente elaborato dall'ufficio Politiche territoriale del Comune. Fino al 30 Settembre chiunque potrà presentare le proprie osservazioni, con la chiusura prevista per l'estate 2026.

Da sinistra: Franconi, Massimo Parrini e Marco Salvini

Quasi 250 campi di calcio in meno... per le costruzioni

"Devo ringraziare gli uffici, il dirigente Massimo Parrini e il responsabile Marco Salvini per l'enorme lavoro fatto - ha detto il sindaco Franconi - aver mantenuto all'interno della nostra amministrazione il procedimento di elaborazione del Piano ci ha permesso di entrare subito nel merito e di adeguarlo al meglio alla città, conoscendone i bisogni e le aspettative".

E il primo dato a spiccare è quello relativo al minor consumo di suolo: il Piano operativo "libera" di fatto 180 ettari rispetto al precedente. Ovvero, quasi 250 campi di calcio che sono stati riportati a vocazione agricola, dunque dove non si potrà costruire. Tra queste aree, in particolare, è quella dell'ex autodromo, mai realizzato, che è stata spostata tra quelle inedificabili. Un passaggio non certo banale, visto che si tratta di una zona inserita potenzialmente nel progetto della base militare diffusa tra Coltano e Pontedera.

Il progetto dell'autodromo: l'area torna agricola

"Questa città non rinuncia a un futuro di sviluppo, ma tiene conto di nuovi bisogni e nuove necessità - ha puntualizzato il sindaco - a partire, appunto, dal tema del verde e della forestazione urbana, anche a mitigazione delle zone industriali".

Nuova vita per gli immobili in disuso

Altra direttrice, come detto, è quella della rigenerazione urbana. Nel Piano sono presenti una cinquantina di schede, ovvero di progetti per dare una nuova destinazione a compendi che, attualmente, versano in condizioni di degrado. 

Gli esempi? Dall'ex autofficina Automar di via Savonarola all'ex Nicò di via Montevisi, passando per altri progetti, prossimi o futuri. "Per quanto riguarda l'ex Ipsia, l'intenzione resta quella di realizzare un'area verde e un parcheggio - ha proseguito Franconi - per l'ex fabbrica Crastan, invece, l'immobile sarà riqualificato con destinazione commerciale o di servizio e il 2025 dovrebbe essere l'anno per veder cominciare i lavori. E ancora, confermiamo il progetto della nuova caserma dei Carabinieri: abbiamo reperito la metà del budget e, contestualmente, siamo vicini alla gara per l'assegnazione dei lavori sullo scalo merci e il consorzio agrario per il nuovo terminal dei bus e parcheggi".

L'ex stabilimento Crastan

L'attuale terminal degli autobus

Nel Piano sono ricompresi anche compendi e aree che, con il passare del tempo, sono in qualche modo sfuggiti alla memoria. Come, per esempio, l'ex Zetagas, una vasta area fra viale Asia e i laghi Braccini, contigua appunto al comparto produttivo dismesso; oppure, gli ex macelli pubblici, un compendio visibile transitando lungo la Sarzanese Valdera, all'altezza del ponte alla Navetta.

Le nuove opere

Oltre al riuso, ci sono anche progetti che mirano alla trasformazione del territorio. Il Piano, infatti, non è uno strumento che sancisce l'attuazione di certe opere, bensì che abilita il territorio ad accoglierle.

Tra queste, ci sono quelle che puntano a rafforzare il ruolo di Pontedera nel sistema metropolitano della costa. Dopo Pisa, Livorno e Lucca, infatti, la città della Vespa ha assunto il ruolo di quarta città caposaldo in termini di industria e servizi. "Per questo - ha aggiunto il primo cittadino - una delle novità principali è il truck park, nell’area adiacente alla FiPiLi e al nuovo svincolo della strada con la statale 439 Var. L'obiettivo è realizzare un autoparco per i mezzi pesanti, il primo al servizio della FiPiLi e che permetterebbe di svuotare le strade della zona industriale di Gello dai camion".

"Nelle nuove costruzioni, comunque, resta un vincolo - ha aggiunto - ovvero che gli immobili da realizzarsi concorrono alla realizzazione degli interventi di edilizia popolare, con la richiesta la cessione gratuita del 5% della superficie edificabile o di pari superficie di edifici già esistenti".

La polemica in Consiglio

Un vasto programma, avrebbe detto il generale de Gaulle. E quando il programma è vasto, lo spazio per la polemica lo è altrettanto. Durante la seduta del Consiglio comunale, infatti, Fratelli d'Italia ha richiesto e ottenuto la proroga per la presentazione delle osservazioni, che è stata fissata al 30 Settembre.

"Senza questo rinvio, la scadenza sarebbe caduta nel pieno della stagione estiva, impedendo a professionisti, tecnici e cittadini di esprimere osservazioni puntuali - hanno commentato i consiglieri Matteo Bagnoli e Federica Barabotti - perché non ci ha pensato la maggioranza? Ancora una volta dimostrano di governare con superficialità e senza rispetto per la partecipazione".

Il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia

"In pochi giorni ci è stato chiesto di analizzare un piano costruito in anni: il Consiglio comunale è stato trattato come un semplice passacarte - hanno concluso - è un Piano costruito lontano dai cittadini e calato dall’alto senza confronto, senza trasparenza, senza visione. Hanno partecipato alla sua stesura 230 persone su 30.000 abitanti, meno dell’1%".