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La bella storia di come nacque il Bellaria Rugby

Iniziarono in tre, dopo poche settimane erano una ventina, adesso c'è un settore giovanile strutturato e mille progetti da seguire

Il Bellaria Rugby impegnato durante una partita (foto da Fb)

La storia della nascita del Rugby a Pontedera è molto interessante. Tutto iniziò nel 2007, da un'idea di tre ragazzi che volevano sfidare dei pari età inglesi che neanche conoscevano.

Ne parlammo in un articolo quattro anni fa, quando alcuni responsabili della Bellaria ci raccontarono di un altro progetto andato a segno: creare una squadra di rugby integrato, ovvero "capace di coinvolgere nel gioco persone che soffrono di disturbi psichici. E' dimostrato da vari studi - spiegò nel 2014 Francesco Gasperini - che praticare il rugby aiuta queste persone”.

Ma ritornando allla nascita del rugby ecco come nacque. Il racconto ha come protagonisti Mattia Reino, Jacopo Sardelli e Gianluca Orsi, i tre che aprirono la strada, nel 2007. Frequentavano il liceo classico XXV Aprile. La scuola paventò la possibilità di fare scambi culturali con l'Inghilterra. 

Ai tre venne quindi in mente di sfidare gli studenti d'oltremanica in una gara doppia di calcio-rugby, anche se nessuno di loro aveva mai preso per le mani una palla ovale. Ma è proprio da qui, con qualche regola di gioco scaricata da internet, partite viste in tv e una palla acquistata in fretta e furia in negozio, che i tre amici (che oggi hanno 28 anni) si sono appassionati a questo sport e hanno fondato il Bellaria Rugby.

I primi allenamenti furono nel campetto della chiesa dei Cappuccini lungo via De Gasperi: “All'inizio non era rugby - ha raccontato nel 2014 Sardelli - erano mischioni e zuffe che servivano solo a farci sporcare nel fango”. Poi dalle prime adunate in cui erano solo in tre, presto il passaparola fece il suo effetto: “Ci ritrovavamo il venerdì pomeriggio - ha aggiunto Reino - ma a scuola e con gli amici parlavamo del nostro nuovo gioco, invitando tutti a provare. A marzo, all'inizio della primavera, ogni venerdì eravamo già una ventina”.

Il gruppo cresceva, dunque, e presto attirò l'attenzione dell'allora presidente del gruppo sportivo Bellaria Piero Becattini che un giorno del marzo 2008, mentre passava di fianco al campetto, si fermò e disse ai ragazzi che si azzuffavano: “Perché non venite a farlo alla Bellaria?”. 

Dapprima Becattini permise ai giovani di allenarsi su un campo di calcio dismesso, ma dopo qualche mese, vedendo che la passione e le persone continuavano ad aumentare propose a Sardelli di iscriversi a un campionato. I ragazzi non ci pensarono due volte e accettarono entusiasti. Disputarono il loro primo campionato nel 2009-2010, dopo un settimo e un nono posto, nel 2012 la squadra trionfò in serie C, ma la promozione in B venne rifiutata perché avrebbe comportato per la società costi troppo alti. 

“Non ci interessa vincere - ha spiegato quattro anni fa Mattia Reino - ma far crescere il rugby a Pontedera. Non siamo dei campioni e non lo diventeremo, abbiamo solo aperto la strada”.

Undici anni dopo, laddove i tre, forse senza neanche saperlo consciamente, videro un piccolo sentiero, c'è una strada ampia e lunga: il Bellaria Rugby.

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